UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Fidenza, 110 anni di coraggio per “Il Risveglio”

A partire da questo mese fino alla fine di dicembre (dal martedì al sabato) il setti­manale diocesano di Fidenza Il Risveglio e Avvenire inaugurano u­na collaborazione sempre più stret­ta, dopo le pagine dedicate alla vita della diocesi e pubblicate in occa­sione della solennità del patrono martire san Donnino che si cele­bra venerdì.
7 Ottobre 2009

 A partire da questo mese fino alla fine di dicembre (dal martedì al sabato) il setti­manale diocesano di Fidenza Il Risveglio e Avvenire inaugurano u­na collaborazione sempre più stret­ta, dopo le pagine dedicate alla vita della diocesi e pubblicate in occa­sione della solennità del patrono martire san Donnino che si cele­bra venerdì. Oggi infatti le sinergie non solo sono auspicabili, ma rap­presentano una risorsa indispensa­bile per dare maggior forza alla co­municazione sia in campo religioso che civile. Del resto il convegno che Il Risveglio ha promosso per sabato, in occasio­ne dei 110 anni di vita del settimana­le, va in questa direzione. Il titolo è «Stampa diocesana e società civile: per una cittadinanza attiva nell’era delle nuove tecnologie». Dopo la Mes­sa celebrata in cattedrale dal vescovo di Fidenza, monsignor Carlo Mazza, prenderanno parte al dibattito il vice direttore responsabile di Avvenire, Marco Tarquinio, Mario Cantini, sin­daco di Fidenza, Vincenzo Bernazzo­li, presidente della Provincia di Par­ma, monsignor Vincenzo Rini, presi­dente del Sir, e Francesco Zanotti, vi­cepresidente della Federazione ita­liana settimanali cattolici.
  Il pensiero va subito al rapporto cru­ciale tra Chiesa e mondo contem­poraneo, affrontato dalla costituzio­ne conciliare Gaudium et spes . A par­tire da quel documento si può dire che i settimanali diocesani (e in ge­nerale tutta la stampa cattolica) sia­no cresciuti: nei contenuti, nella gra­fica, nel rapporto con i lettori. Non sono più semplici 'bollettini eccle­siali' ma si rivolgono a un pubblico più vasto – quello, appunto, della so­cietà civile e delle istituzioni che la rappresentano sul territorio – rice­vendo rispetto, attenzione, conside­razione per ciò viene pubblicato.
  Le testate cattoliche locali sono di­ventate interlocutrici a pieno titolo: ma proprio per questo sono chia­mate, come direbbe il Papa, a una testimonianza «non solo credente, ma credibile». Si tratta di una gran­de responsabilità che certamente impegna e cmette alla prova, ma an­che di una grande sfida da racco­gliere con coraggio. Se sottolineiamo l’urgenza di una «cittadinanza attiva» (nel senso di u­na presa di coscienza di fronte a tut­to ciò che accade nel mondo) non è forse perché corriamo il rischio di ri­durci al rango di consumatori passi­vi e spettatori indifferenti? Un setti­manale cattolico come Il Risveglio ha il compito di orientare il lettore in una realtà sempre più complessa e di raccontarla con quella capacità di approfondimento che non pos­sono garantire le nuove tecnologie. Se gli esseri umani non tornano a pensare con la loro testa, dovremo arrenderci alla triste profezia orwel­liana degli «automi telecomandati».

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