UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Fiuggi Family Festival

La responsabilità educativa della televisione è di chi la fa o di coloro che la guardano? Un quesito vecchio nella misura in cui il discorso che lo genera rimane inascoltato. È il seminario Target Family? organizzato dagli ideatori del Fiuggi Family Festival e dedicato a la famiglia nella televisione italiana a sollevare un problema sempre più urgente, quello dell’assenza di una cultura all’utilizzo della scatola parlante.
22 Aprile 2009

La responsabilità educativa della televisione è di chi la fa o di coloro che la guardano? Un quesito vecchio nella misura in cui il discorso che lo genera rimane inascoltato. È il seminario Target Family? organizzato dagli ideatori del Fiuggi Family Festival e dedicato a La famiglia nella televisione italiana a sollevare un problema sempre più urgente, quello dell’assenza di una cultura all’utilizzo della scatola parlante. Quando ieri, nel centro congressi dell’Enpam (l’ente previdenziale dei medici), gli esperti di tv pubblica e privata, generalista e pay, in chiaro e sul satellite, gli stessi che lavorano sulla creazione dei prodotti, si sono confrontati con rappresentanti delle associazioni familiari, è inizialmente venuto fuori un quadro di grande attenzione al contenuto dei programmi in onda. Tra l’altro, i manager intervenuti, come Jaime Ondarza di Turner Italia, Elizabeth de’ Grassi di Disney Channel, si occupano proprio di bambini e ragazzi. «Quello tra la televisione e le famiglie è un dialogo continuo », afferma Onzarda, l’amministratore delegato della società che nel nostro Paese rappresenta i canali d’animazione Boomerang, Cartoon Network e Boing. Sulla stessa linea il direttore programmi della Disney, de’ Grassi, che produce tre canali rivolti a bambini e preadolescenti. Mentre per Marcello Giuseppe Ciannamea, vice direttore marketing Rai, «le famiglie si ritrovano a guardare la tv per stare insieme». «Ma allora, se siamo tutti bravi e va tutto bene, cosa ci stiamo a fare qui?», è l’incipit dell’intervento di rottura di Maria Mussi Bollini, capostruttura bambini/ragazzi e coordinamento cartoni Raitre. «Non basta qualche bel programma – continua la Bollini –, la tv va gestita anche e soprattutto da chi la guarda. Se dopo la mezzanotte a guardare il Grande Fratello c’è ancora una fascia d’età tra gli 8 ed i 14 anni del 40 per cento, il problema è del Gf o dei genitori che li fanno stare alzati fino a quell’ora?». Per il regista Alessandro D’Alatri, presidente di giuria della seconda edizione del Fiuggi Family Festival (25 luglio- 1 agosto 2009), «la tv si è inserita nei vuoti creati nella famiglia e che bisognerebbe riprendersi il compito scomodo di sporcarsi le mani con la vita. L’Italia è un Paese strano, dove nelle graduatorie per l’iscrizione agli asili nido i figli delle coppie sposate hanno meno punti dei figli dei separati, dove la legge prevede detrazioni per i divorziati e non per gli sposati, e dove le spese del veterinario sono detraibili, quelle del pediatria parzialmente ». Secondo D’Alatri, «c’è un impasse giuridico e istituzionale » che andrebbe risolto. E aggiunge: «È il paese dove ci sono più scioperi al mondo, ma nessuno dedica mezz’ora di tempo per difendere le questioni familiari».