«Siamo quasi duecento testate cattoliche, 70 delle quali hanno già un sito internet con le modalità più diverse di approccio al mondo digitale: si va dai siti più strutturati fino ad alcuni che sono presenti sulla Rete solo come vetrina. Ma dallo scorso anno stiamo ragionando su un progetto che offra l’opportunità a tutti i nostri soci di sbarcare in Rete». Con queste parole giovedì 11 aprile a Chioggia Francesco Zanotti, presidente della Fisc, ha aperto
l’annuale convegno nazionale della Federazione italiana Settimanali cattolici, ospitato dalla città veneta e dal suo vescovo Adriano Tessarollo per celebrare il centenario di “Nuova scintilla”, il locale settimanale cattolico. Una sfida raccolta, come ogni anno, dai direttori e dai giornalisti delle 186 testate che settimanalmente raggiungono ogni angolo di Penisola e un milione di case. Se hanno vita difficile i grandi giornali, sovvenzionati da potenti editori eppure ricorsi in massa alla riduzione del personale, è facile immaginare la mole di passione e di volontariato che tiene in piedi fieramente periodici “secolari”, che hanno raccontato e a volte anche guidato la storia d’Italia. Come ha illustrato monsignor Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla, raccontando in una rapida carrellata i primi cento intensi anni della testata chiozzotta, dal 2010 sbarcata sul web. E “Informazione in rete: carta stampata e web” è proprio il titolo del convegno, che fino a domani tratterà il delicato ma fondamentale tema del rapporto tra il giornale cartaceo e la nuova frontiera dell’on line. «La situazione economica rende sempre più arduo il compito – ha detto il vescovo Claudio Giuliodori, presidente della Commissione Cei per la cultura e le comunicazioni sociali –, ma in un’epoca in cui siamo inseguiti da un enorme flusso di informazioni dominate dal criterio della velocità e non della affidabilità, chi se non la stampa cattolica può far comprendere l’importanza di un’etica della comunicazione?». Venerdì 12 e sabato 13 è continuato il confronto tra esperti. Tra questi Chiara Giaccardi (Università Cattolica, Scienze della comunicazione), Domenico Delle Foglie (direttore dell’agenzia Sir) e Ferruccio Pallavera (direttore del Cittadino di Lodi). Ha chiuso i lavori don Ivan Maffeis, vice direttore dell'Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali.
Non rinunciare alla carta, ma accogliere la sfida e le opportunità del web. Fare rete nel virtuale e nel reale senza rinunciare a due fattori vincenti per la stampa diocesana: il territorio come radicamento, e il contenuto. Su questi due fronti si è attestata la giornata conclusiva del convegno Fisc «Informazione in rete: web e carta stampata» svoltosi tra Chioggia e Sottomarina.
A sostenere lungimiranza sui cambiamenti e valorizzazione della stampa cattolica è stato Luigi Carletti, esperto di comunicazione sul web, che ha invitato a percorrere e «cercare tutte le forme di sinergia e collaborazione possibile». Oggi è impensabile rinunciare al web. E se «non è importante sapere o fare tutto» rispetto alle grandi possibilità della Rete, è fondamentale capire cosa in un certo momento serve, consapevoli che il mondo dei media sta cambiando, la tecnologia è a disposizione di tutti, le nuove generazioni sono digitali.
Sul piano dei contenuti, la stampa cattolica ha carte importanti da giocare ma, ricorda Carletti, «oggi si ragiona in termini di liquidità di contenuto, si immagina che il contenuto possa prendere forme diverse: carta, video, audio, foto gallery e tantissime cose diverse». La sfida quindi è di renderlo malleabile pensando in termini di multicanalità, crossmedialità e multimedialità.
Da qui il suggerimento ai settimanali diocesani: «Con la giusta tecnologia potete fare quello che volete, siete sul territorio, siete una rete reale, non virtuale. Avete il contenuto. Condividete idee e competenze. Internet obbliga a parlarsi, a comunicare, a mettere in connessione le proprie esperienze ». Una sfida che Toscana Oggi cavalca da alcuni mesi sul fronte online con la sperimentazione della piattaforma Fisc-Sicei che offre possibilità adeguabili alle esigenze territoriali e diocesane. E sul fronte carta stampata rilancia la nuova rivista Credere della San Paolo puntando al contenuto religioso e popolare. Guardare al futuro con speranza, ma senza scorciatorie o smarrendo quanto già costruito è il suggerimento di don Ivan Maffeis, vicedirettore dell’Ufficio comunicazioni sociali della Cei, che sostiene la necessità di integrare e portare avanti insieme il lavoro tradizionale (stampa) e l’online (la Rete).