UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Giuseppe Romano: “Le famiglie accanto ai figli nelle loro scoperte sul web”

Dopo l’avvento dei social network, Internet è diventato un luogo di socializzazione in cui, molto spesso, reale e virtuale, si compenetrano. Ne abbiamo parlato con Giuseppe Romano, giornalista e docente di Analisi di piattaforme interattive nel corso di laurea specialistica in Comunicazione mediale, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il suo ultimo volume in argomento è: La città che non c’è. L’internet, frontiera di uomini (Edizioni lavoro, Roma 2004)
3 Agosto 2009

Cosa è cambiato nel rapporto tra la Rete e l’utente?
Sostanzialmente sono cambiati i numeri. Torme di neofiti si tuffano a sperimentare, ma un conto sono le mode e un conto gli effettivi cambiamenti. Facebook, Twitter e compagnia devono ancora cogliere la differenza tra affollamento e socializzazione. Sono convinto che ci vorranno ancora un po’ di tempo e d’inventiva per vedere qualcosa di veramente nuovo. E a regalarcela sarà qualcuno che bada al sodo, cioè a luoghi virtuali che siano a misura d’uomo, non solo di tecnologia. 

Numerose ricerche dimostrano che esiste un legame molto forte tra Internet e i videogiochi che appassionano specialmente i ragazzi, gli adolescenti e molti bambini. Quale consiglio darebbe alle famiglie davanti all’utilizzo spesso spropositato di Internet per giocare?
Il problema non è Internet, non sono nemmeno i videogiochi. Il problema sono le famiglie, che devono mettersi in grado di accompagnare i figli nelle loro scoperte, anziché parcheggiarli o, peggio, abbandonarli. L’obiettivo da perseguire è l’equilibrio, ovvero la proporzione fra tutte le componenti dell’esistenza: anche troppe ore di lettura o di preghiera dovrebbero mettere sull’avviso i genitori, non soltanto quelle di playstation. D’altra parte è ovvio e anche giusto che di per sé bambini e adolescenti siano squilibrati: è la caratteristica della loro stagione, che corre verso la maturità. Per questo gli adulti non devono sottrarsi al loro ruolo. 

Wikipedia è una delle enciclopedie on line più cliccate dai ragazzi per le loro ricerche e per la loro conoscenza. Quali controindicazioni, se ce ne sono?
Una, ma sostanziale. Wikipedia è un magnifico strumento informativo, pieno di notizie aggiornate, ma che ha un lato debole: non prende posizione. Più la voce è “sensibile”, più Wikipedia si tiene equidistante. Il problema è che le posizioni nella vita esistono, e, ancor più, esistono posizioni corrette e posizioni erronee, e le une non valgono le altre. Wikipedia, in altre parole, parte dall’ipotesi che si possa sostenere una “democrazia delle idee”, il che è assurdo. Soltanto le persone nascono uguali, non le opinioni. Se qualcosa è giusto e qualcosa è sbagliato, o se le cose sono andate in un modo o nell’altro, non lo decidiamo per alzata di mano.