UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Gmcs 2022. Card. Betori: serve una comunicazione responsabile e coraggiosa

L'arcivescovo scrive una lettera a presbiteri, diaconi, persone di vita consacrata, fedeli laici in occasione della Giornata, in vista della quale il 27 maggio è in programma l’evento “All’orecchio del tempo con Giona e Rut – Spunti dall’ultimo romanzo di Vincenzo Arnone La saga dei Tomasi”.
19 Maggio 2022

Vedere, ascoltare con l’orecchio del cuore, approfondire, raccontare. Sono i paradigmi che secondo Papa Francesco devono caratterizzare il buon giornalista e tutti gli operatori dei media. Il Card. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, li richiama nella Lettera inviata a presbiteri, diaconi, persone di vita consacrata, fedeli laici insieme al Messaggio del Pontefice per la 56ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che la Chiesa celebra domenica 29 maggio, nella solennità dell’Ascensione. Lo farà anche la Comunità fiorentina in Cattedrale con il suo Pastore (ore 10.30) e nelle parrocchie, dopo aver offerto - con il supporto di  “Avvenire”, “Toscana Oggi” e “Radio Toscana” -  tracce e momenti di riflessione, partendo dall’insegnamento del “sindaco santo” Giorgio La Pira, sui valori della pace, dell’accoglienza, della solidarietà, della carità.
In vista della Giornata, il 27 maggio, alle 16.30, nella Sala di Luca Giordano a Palazzo Medici Riccardi è in programma l’evento “All’orecchio del tempo con Giona e Rut – Spunti dall’ultimo romanzo di Vincenzo Arnone La saga dei Tomasi”. Dopo i saluti dell’Arcivescovo e dell’assessore Alessandro Martini, sono previsti gli interventi del direttore di “Avvenire” Marco Tarquinio ed del filosofo Sergio Givone. Conduce Riccardo Bigi, coordinatore dell’inserto diocesano di “Toscana Oggi”.
Il Cardinale Betori sottolinea che“il nostro tempo - segnato dai devastanti effetti della pandemia, dai massacri e dagli orrori dell’aggressione all’Ucraina e delle altre numerose guerre combattute a pezzi di cui poco si parla - ci ha fatto comprendere quanto sia fondamentale la ricerca della verità per una corretta narrazione. L’informazione è cambiata, la professione del giornalista deve assumere sempre più i connotati di una missione, votata anche alla costruzione della pace ed a rendere il mondo meno oscuro. È una missione non facile. È complicato pensare, meditare, fermarsi per raccogliere le idee e per studiare i contesti e i precedenti di una notizia”.
“Ascoltare con l’orecchio del cuore”, come recita il titolo del Messaggio di Papa Francesco – continua l’Arcivescovo di Firenze -  è la condizione essenziale per un autentico dialogo che “dà vita” alle notizie. L’ascolto resta una dimensione dell’amore e “solo facendo attenzione a chi ascoltiamo, a cosa ascoltiamo, a come ascoltiamo, possiamo crescere nell’arte di comunicare, il cui centro non è una teoria o una tecnica, ma la capacità del cuore che rende possibile la prossimità” (Evangelii gaudium).
Per il Card. Betori “oggi più che mai c’è bisogno di una comunicazione responsabile e coraggiosa, che sappia interpretare la crisi dell’umano che si presenta in varie forme di oppressione e di sfruttamento che limitano o violano la libertà di persone e di popoli: le persistenti diseguaglianze sociali che allontanano sempre più individui e popoli ricchi da quanti giacciono nella miseria; il furto di futuro che subiscono le nuove generazioni anche nelle società avanzate, a causa dello squilibrio di diritti e possibilità; le violazioni alla dignità della donna, fino alla violenza omicida; bambini vittime di violenze e abusi; anziani e malati lasciati nella solitudine di fronte alla sofferenza. Problematiche spesso affrontate con una visione cristiana solo dalla stampa cattolica. Per questo, mentre ci prepariamo alla Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, ne raccomando caldamente la lettura e la diffusione”.

 

Antonio Lovascio