UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Gmcs: la proposta della Commissione film CEI

La Commissione nazionale valutazione film della CEI propone un Sussidio per riflettere - attraverso cinque titoli - sulle azioni che danno vita alla comunicazione.
15 Maggio 2023

In vista della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, arriva uno strumento “per riflettere su tre azioni precise – vedere, ascoltare, parlare - che, se ritmate dai palpiti del cuore, danno vita alla comunicazione”. Vincenzo Corrado presenta così il Sussidio preparato dalla Commissione nazionale valutazione film della CEI, curato da Massimo Giraldi, Sergio Perugini, don Andrea Verdecchia ed Eliana Ariola.
“Non ci possono essere – spiega Corrado - ascolto e parola se manca l’incontro; come, d’altronde, non ci può essere incontro senza l’ascolto e la parola. E ancora non ci può essere parola senza incontro e ascolto. L’arbitro di questo bellissimo ‘gioco’ è sempre il cuore: la vitalità comunicativa trae linfa dalle sue pulsazioni”. Di qui l’impegno a “dare centralità al cuore”, obiettivo richiamato dai titoli proposti nel Sussidio “Cinema che parla col cuore”: Grazie ragazzi (2023) di Riccardo Milani; The Fabelmans (2022) di Steven Spielberg; Un anno con Salinger (My Salinger Year, 2021) di Philippe Falardeau; Non così vicino (A Man Called Otto, 2023) di Marc Forster. Per ogni film un verbo che ricorda il movimento: andare (Grazie ragazzi); vedere (The Fabelmans); ascoltare (Un anno con Salinger); parlare col cuore (Non così vicino).
A corredo del testo un omaggio a un classico del cinema, Vacanze romane (Roman Holiday, 1953) di William Wyler, di cui ricorrono i 70 anni. “Sulla figura del protagonista Joe Bradley (Gregory Peck) – sottolinea il direttore dell’Ufficio - il ricordo diventa invito agli operatori della comunicazione a rimettere al centro il codice deontologico, i valori. Insomma, ad agire con il cuore”. Proprio come evidenziato dall’Acec nella nota a firma della responsabile della formazione e azione pastorale, Arianna Prevedello: “Non è un affare solo di lettere, di vocali e consonanti di qualsivoglia lingua, è cercare posture e atteggiamenti che dicano prima di tutto il bene per l’altro, prima ancora che per le sue idee, il rispetto della sua condizione prima ancora che il venire riconfermati nei nostri modi di vedere il mondo”.

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