UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

GMCS-Aiart: la Buona Notizia riparte dall’uomo

«Parole che riportano al centro l’uomo e la sua capacità di scegliere tra il bene e il male». Così il Presidente dell’Aiart, Massimiliano Padula.
24 Gennaio 2017

«Parole che riportano al centro l’uomo e la sua capacità di scegliere tra il bene e il male». È questo secondo il Presidente dell’Aiart, Massimiliano Padula il senso autentico del Messaggio di Papa Francesco per la 51ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, pubblicato oggi, 24 gennaio, festa di San Francesco di Sales.

«Il Pontefice – spiega Padula – ci esorta a “macinare” i contenuti in modo costruttivo, senza disperdere i frutti della nostra comunicazione in pregiudizi, paure e abitudini. Nello stesso tempo ci chiede di spalancare il nostro sguardo a ciò che rende una notizia “buona”, ispirati sempre dalla Parola autentica di Gesù che è Egli stesso contenuto originario di ogni comunicazione».

Il rimando è alle parole di Isaia 43,5 da cui il messaggio trae ispirazione per il titolo: “Non temere, perché io sono con te”.

«Da questo passaggio biblico – aggiunge il Presidente – si percepisce l’idea di comunicazione di Francesco: una comunicazione che si fa consolazione, prossimità, incontro e comunione. Proprio come fa il Buon Samaritano che, per il Papa, rappresenta il modello perfetto di comunicatore perché scende tra gli ultimi e nello stesso tempo ascende con loro fino al Cielo».

«Questo Messaggio – sottolinea Padula – è un esercizio alla ricerca del Bene che possiamo intercettare anche nelle prove più dure, nei giorni più cupi che mettono a repentaglio il nostro equilibrio. È come se Francesco ci offrisse un’opportunità: rinchiuderci nei labirinti del nostro egoismo anestetizzando le nostre coscienze oppure affidarci a Lui che “illumina la nostra rotta e apre sentieri nuovi di fiducia e di speranza”. La comunicazione siamo noi, sembra dirci il Papa. Siamo noi che proiettiamo nelle nostre azioni e nelle nostre comunicazioni bontà, bellezza, sofferenze e fallimenti. Per questo motivo – conclude Padula – anche se Francesco non ne parla esplicitamente emerge il ruolo dei media come “canali viventi” di fiducia e di speranza».