UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

I media di fronte alla complessità

"Quando diciamo «è complesso» - scrive il filoso francese Edgar Morin nell'ultimo numero di «Le Monde des Religions» - ammettiamo la nostra incapacità a dare una descrizione o una spiegazione semplice, chiara e precisa". La complessità rimanda in effetti a un supplemento di esercizio intellettuale. Chiede, tra l'altro, di considerare con cura due dimensioni della realtà: il contesto e la memoria. Si pone come sfida a una comunicazione mediatica che, pressata da regole e tempi stretti, corre più sulla strada della semplificazione che su quella della "spiegazione semplice".
23 Settembre 2008

"Quando diciamo «è complesso» - scrive il filoso francese Edgar Morin nell'ultimo numero di «Le Monde des Religions» - ammettiamo la nostra incapacità a dare una descrizione o una spiegazione semplice, chiara e precisa". La complessità rimanda in effetti a un supplemento di esercizio intellettuale. Chiede, tra l'altro, di considerare con cura due dimensioni della realtà: il contesto e la memoria. Si pone come sfida a una comunicazione mediatica che, pressata da regole e tempi stretti, corre più sulla strada della semplificazione che su quella della "spiegazione semplice". Una comunicazione che attraversa frettolosamente e distrattamente le diversità ritiene che la notizia sia non tanto nel raccontarle quanto nel definirne la collocazione: a destra o a sinistra, a favore o contro. Le conseguenze di questa scelta professionale sono note. Anche a noi. Sembra ad alcuni, che quello semplificatorio sia il percorso più adatto per aiutare il destinatario a districarsi nella complessità, a capire tutto e subito. In realtà viene costretto a consumare in fretta la notizia o il commento. È bene non lasciare troppo tempo per riflettere, per porsi domande. Proporre quella che Morin definisce "una spiegazione semplice" è sperimentare professionalmente un percorso alternativo che ha in grande stima la capacità di pensare delle persone. Nell'informazione sul fatto religioso e sul fatto ecclesiale il tema della complessità viene professionalmente affrontato con questa consapevolezza. È la natura stessa di questo evento, è il suo essere insieme narrabile e inenarrabile, che apre a orizzonti che non si riducono alla categoria dello schieramento e della contrapposizione. Una seconda questione tocca l'informazione religiosa quando, uscendo da quello ecclesiale, attraversa i paesaggi della politica, della scuola, della società, dell'economia, dell'etica. Si muove, senza presunzione, con la passione per la ricerca del significato, dell'essenziale, della prospettiva, della novità affidabile. Non ama emettere giudizi sul lavoro altrui ma neppure si rassegna alla menzogna e alla faziosità. Tuttavia, in un tempo, in cui interessano più le collocazioni che le idee, il procedere dell'informazione religiosa si fa maggiormente impegnativo. Paga a caro prezzo, ad esempio, il rifiuto della deriva della semplificazione per fedeltà a significati, valori e scelte che non si piegano alla cultura del consumo, dell'apparenza, del calcolo. Nel prendere atto di una difficoltà e, forse, anche di una incomprensione non c'è pessimismo e non c'è arrendevolezza: il mondo dei media non é abitato solo da venditori di notizie, ci sono ancora i giornalisti. C'è piuttosto la convinzione che la ricerca della verità come non può sostare nella stanza di un editore attento solo ai bilanci così non può attardarsi in quella di un lettore che desidera solo di essere confermato nelle proprie certezze. La complessità inquieta sempre quella cultura che si sente sicura di se stessa e non ammette di essere interrogata. "Impariamo ad apprendere la complessità del reale. La visione riduttiva e unidimensionale - scrive Edgar Morin - si paga nei rapporti tra gli uomini". Aggiunge: "Solo il pensiero complesso ci permetterà di civilizzare la nostra conoscenza. Noi viviamo sotto il dominio dei principi di separazione, di riduzione e di astrazione. Noi siamo sempre nella preistoria dello spirito". Parole che esigono un ulteriore approfondimento: nel frattempo è possibile appuntarle.
Paolo Bustaffa