UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

I media siano come una famiglia

Nella diocesi di Ischia si è tenuto un incontro sul messaggio di papa Francesco in occasione della 50ª giornata mondiale delle comunicazioni, alla presenza di tanti giornalisti della stampa locale e del vescovo Pietro Lagnese. Ospiti d’eccezione Stefania Falasca, vaticanista di Avvenire e Valeria Chianese, corrispondente dal territorio campano.
26 Gennaio 2016

Nella diocesi di Ischia si è tenuto un incontro sul messaggio di papa Francesco in occasione della 50ª giornata mondiale delle comunicazioni, alla presenza di tanti giornalisti della stampa locale e del vescovo Pietro Lagnese. Ospiti d’eccezione Stefania Falasca, vaticanista di Avvenire e Valeria Chianese, corrispondente dal territorio campano.
La Falasca ha dato un suo ampio approfondimento sul messaggio del Papa, affermando come «la comunicazione deve essere lo strumento di misericordia mettendo il Vangelo al centro». Ha poi raccontato il suo rapporto personale con Francesco: «Siamo amici dal 2002. Spesso, prima di diventare Papa, veniva a casa nostra a salutarci e stare con i nostri figli, come la sera prima di essere eletto Papa. È sempre stato umile e sincero». Valeria Chianese si è concentrata sui problemi del territorio campano, fra terra dei fuochi e faide di camorra. «Ogni volta che scrivo un articolo – ha raccontato la Chianese – cerco di trovare quel punto bianco, positivo, nel cuore nero delle persone che vivono in questa terra difficile. Il segreto? Porsi in ascolto con umiltà e semplicità».
Il vescovo Lagnese ha affermato che i mezzi di comunicazione «devono essere come una famiglia e andare tutti nella stessa direzione. Nel bene o nel male dobbiamo perseguire la verità. Spesso però si vede solo quello che conviene in un determinato momento. Dobbiamo metterci tutti umilmente in ascolto dell’altro e far emergere il positivo».
«Questa è la mission – ha concluso Padre Pietro del settimanale diocesano Kaire – che va avanti con passione raccontando il bello, non perché non interessa il non bello, ma perché il positivo ha un di più rispetto al resto».