UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

I ragazzi europei
sempre più in rete

Il 93 % naviga almeno una volta la settimana. In Italia si comincia più tardi che nei paesi nordici. Oggi si celebra la giornata mondiale della sicurezza on line e su questi dati, resi noti per l'occasione, Avvenire ha raccolto il commento e i consigli della referente italiana del progetto “Eu kids on line II”.
8 Febbraio 2011
In occasione della giornata mondiale della sicurezza on-line sono stati presentati i dati del progetto europeo 'Eu kids on-line II', che ha raccolto le interviste di un campione di oltre 25mila studenti e altrettanti genitori. In Europa i ragazzi trascorrono molto tempo on-line. Il 93% di quelli di età compresa fra i 9 e i 16 anni navigano almeno una volta alla settimana, mentre il 60% tutti i giorni o quasi.
La ricerca (effettuata nei 25 Paesi dell’Unione) registra che i bambini cominciano a usare internet sempre prima. L’età media in cui si inizia a familiarizzare con la rete è 7 anni in Danimarca e Svezia, 8 negli altri Paesi nordici e 10 in Grecia, Italia,Turchia, Cipro, Germania, Austria e Portogallo. In tutti i Paesi europei un terzo dei bambini di 9 e 10 anni e più dei due terzi (l’80%) dei quindici-sedicenni usano internet ogni giorno. In Italia il 60% dei ragazzi naviga in rete tutti i giorni o quasi.
Ovviamente non tutto quello che si fa on-line è negativo; molte attività sono potenzialmente utili. I ragazzi europei dai 9 ai 16 anni usano internet per i compiti (85%), per giocare (83%), per guardare video (76%) e comunicare con i propri amici nei programmi di messaggistica istantanea (62%).
Una percentuale più bassa condivide immagini (39%) o messaggi (31%), usa una webcam (31%), accede ai siti di condivisione di file (16%) o blog (11%). Il 59% dei ragazzi fra i 9 e i 16 anni ha un profilo su un sito di social network, percentuale che in Italia scende al 57%. Di questi in Italia il 35% ha un profilo pubblico.
Giovanna Mascheroni, ricercatrice dell’Osservatorio sulla comunicazione dell’Università Cattolica e referente nazionale del Progetto 'Eu kids on-line', è stata interpellata da Avvenire per un commento ai dati pubblicati e soprattutto per un consiglio agli educatori.
«Anche quando si è diffusa la telefonia mobile dalle ricerche emergeva una maggiore facilità degli adolescenti a comunicare tramite sms e a sentirsi più sicuri, quando erano 'protetti' dal cellulare. I ragazzi usano i media anche per sperimentare con la propria identità e le relazioni sociali in un modo che li espone meno rispetto ai contesti faccia a faccia».
 
Non è una fuga dalla realtà?
Analizzando i dati ci siamo resi conto che i ragazzi più a proprio agio on-line sono quelli che hanno difficoltà relazionali faccia a faccia con i coetanei.
Per loro l’uso di internet potrebbe essere un rischio perché sarebbero esposti rispetto agli altri coetanei in misura maggiore a situazioni comunicative potenzialmente rischiose. Però non farei dell’allarmismo. I dati incoraggianti sono per esempio che pochissimi ragazzi divulgano on-line informazioni personali, quali numero di telefono e indirizzo. Non solo, rari quelli che danno un’età falsa.
 
Quali sono in generale i pericoli?
Fortunatamente i rischi che sono percepiti come più pericolosi e più dannosi sono anche quelli meno diffusi. Pensiamo al bullismo che è un’esperienza che i ragazzi considerano molto dolorosa e negativa e che però riguarda solo il 2% dei ragazzi italiani. O quello di incontrare off-line persone conosciute on-line, che interessa solo il 4% dei ragazzi italiani. Senza contare che spesso si tratta di coetanei e non di persone adulte. Il rischio di esposizione a contenuti pornografici, immagini sessuali e a contenuti generati da utenti potenzialmente pericolosi (informazioni su pratiche autolesionistiche o anoressia o bulimia) sono quelli più comuni, ma verso cui i ragazzi sembrano avere più difese.
 
Come proteggere i ragazzi?
Si deve cercare di bilanciare le opportunità e i rischi. Cioè rendendoli più consapevoli, educandoli a essere cittadini digitali. Spiegare loro cosa si può trovare e quali rischi si corrono.
 
Cosa possono fare genitori?
Hanno un ruolo molto importante. I genitori perché il contesto domestico è il contesto d’uso più diffuso. Se il 49% degli europei ha un computer in camera, in Italia si sale al 62%. Ai genitori italiani bisogna ricordare che è importante condividere e discutere con i figli quello che fanno on-line. Ma non si può trascurare il contesto scolastico perché internet è uno strumento che viene usato per socializzare e quindi si deve sensibilizzare a usi sicuri e responsabili della rete.
 
Ci sono differenze fra maschi e femmine?
Le ragazze sono più vittime di bullismo e di messaggi a sfondo sessuale. Ai maschi piacciono i giochi di ruolo e sono più esposti al contatto con sconosciuti.