UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Il cardinale Angelo Bagnasco sui mezzi di comunicazione sociale

Il cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Cei, in apertura del Consiglio Episcopale Permanente nella prolusione ha citato il messaggio del Papa per la Giornata delle Comunicazioni sociali 2008. “Benedetto XVI – ha detto il cardinale - ha posto con grande acutezza una serie di interrogativi che il sistema mediatico-culturale dovrebbe non aver fretta di scrollarsi di dosso.
12 Marzo 2008

Il cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Cei, in apertura del Consiglio Episcopale Permanente nella prolusione ha citato il messaggio del Papa per la Giornata delle Comunicazioni sociali 2008. “Benedetto XVI – ha detto il cardinale - ha posto con grande acutezza una serie di interrogativi che il sistema mediatico-culturale dovrebbe non aver fretta di scrollarsi di dosso.
“Con il pretesto di rappresentare la realtà, di fatto si tende a legittimare e ad imporre modelli distorti di vita personale, familiare e sociale... Oggi in modo sempre più marcato, la comunicazione sembra avere talora la pretesa non solo di rappresentare la realtà, ma di determinarla grazie al potere e alla forza di suggestione che possiede.” (Messaggio per la 42° Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, 24 gennaio 2008, nn. 2 e 3). Per questo bisogna che si diffonda la consapevolezza di essere oggi tutti insieme, come comunità nazionale, anzi come Occidente intero, di fronte ad un bivio: salvare e sviluppare le virtualità del progresso, scongiurando le “possibilità abissali di male − possibilità che prima non esistevano” (Spe salvi, n. 22). “Già nell’ultima prolusione – ha aggiunto il Presidente della Cei - evocavo quella necessaria “autocritica dell’età moderna in dialogo con il cristianesimo” che Benedetto XVI pone come condizione di riscatto. Questa autocritica diventa inesorabile dinanzi alle produzioni mediatiche e al fascino che queste esercitano sull’uomo contemporaneo”. “Proprio perché si tratta di realtà che incidono profondamente su tutte le dimensioni della vita umana (morale, intellettuale, religiosa, relazionale, affettiva, culturale), ponendo in gioco il bene della persona, occorre ribadire – diciamo con il Papa – che non tutto ciò che è tecnicamente possibile è anche eticamente praticabile” (Messaggio cit., n. 3). È qui che noi vogliamo leggere i ripetuti allarmi lanciati dagli organismi competenti circa l’inevitabile impatto della televisione come di internet sulla coscienza in formazione dei minori”.