I giorni che ci stanno davanti e che ci conducono alla celebrazione della Pasqua costituiscono, nella loro essenza, un compendio della comunicazione. In questo momento particolare per il Paese e per la vita di ciascuno di noi, vale la pena riprenderne il portato per disegnare uno scenario nuovo, pasquale appunto. Dal Giovedì Santo apprendiamo il significato del servizio e della comunione: per chi comunica è monito a dare il giusto “valore” al proprio impegno. Dal Venerdì Santo riceviamo il senso del dono: è il tracciato su cui si svolge ogni comunicazione; è apertura di sé, è disponibilità, per costruire ponti di comprensione e non muri. Dal Sabato Santo la pazienza dell’attesa: ogni processo comunicativo conosce i ritmi del silenzio e dell’ascolto per ricevere, senza interferenze, tutte le parole pronunciate e coglierne il significato. E, infine, la Domenica di Pasqua: nell'annuncio della gioia della Risorto c’è anche un invito a riscoprire la bellezza della narrazione tra le generazioni.
È l’augurio reciproco che ci scambiamo nella luce del Risorto.
Vincenzo e tutto l’Ufficio