UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Il grande cinema è più intenso di web e tv

Sono 60 anni che la storia della Mostra del Cinema di Venezia si intreccia con quella del Premio Ocic (Organizzazione Cattolica Internazionale per il Cinema e gli Audiovisivi), divenuto poi nel 2001 Premio Signis (Associazione Cattolica Mondiale per la Comunicazione). Per festeggiare l’importante anniversario la Fondazione Ente dello Spettacolo presieduta da Dario E. Viganò ha riunito ieri al Lido una tavola rotonda presieduta dal Cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia, alla quale hanno partecipato Peppino Ortoleva, docente di Storia e Teoria dei Media al’Università di Torino, Virgilio Fantuzzi, critico della rivista Civiltà Cattolica, il regista Alessandro D’Alatri e Peter Malone, direttore dell’Ufficio Cinema del Signis.
5 Settembre 2008

Sono 60 anni che la storia della Mostra del Cinema di Venezia si intreccia con quella del Premio Ocic (Organizzazione Cattolica Internazionale per il Cinema e gli Audiovisivi), divenuto poi nel 2001 Premio Signis (Associazione Cattolica Mondiale per la Comunicazione). Per festeggiare l’importante anniversario la Fondazione Ente dello Spettacolo presieduta da Dario E. Viganò ha riunito ieri al Lido una tavola rotonda presieduta dal Cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia, alla quale hanno partecipato Peppino Ortoleva, docente di Storia e Teoria dei Media al’Università di Torino, Virgilio Fantuzzi, critico della rivista Civiltà Cattolica, il regista Alessandro D’Alatri e Peter Malone, direttore dell’Ufficio Cinema del Signis. «Nei versi di un poeta francese contemporaneo, Jean-Pierre Lemaire – dice il cardinale Scola inaugurando le celebrazioni – ho incontrato una folgorante interpretazione di Venezia: 'L’infinito ti raggiunge per acque strette'. È così anche per il cinema quando tocca il vertice del suo linguaggio, quello simbolico e rinuncia ai 'sentieri interrotti' del puro immaginario. Questa estate ad esempio ho visto Lo scafandro e la farfalla di Schnabel e Le Neuvaine di Emont, due impressionanti esempi della straordinaria capacità del cinema di far brillare alla coscienza l’infinito passando per le vie strette dei sempre limitati rapporti umani». E a proposito della grande forza della settima arte, il Patriarca aggiunge: «Non c’è televisione, né internet, né altro new media che regga il paragone con il cinema. Sarebbe sbagliato e riduttivo però leggere il Premio come un tentativo moralistico di cercare l’ago buono nella marcita di un pagliaio. Al contrario questo riconoscimento vuole essere l’esaltazione del bello là dove la genialità creativa lo impone». Da qui l’augurio del cardinale Scola che «la sensibilità cristiana trovi forme e modi sempre più convincenti per godere la straordinaria elevatezza artistica del cinema, quando è veramente tale». La storia del premio viene invece brillantemente ripercorsa da Ortoleva che individua elementi di continuità e di cambiamento rispetto al passato sottolineando la grande attenzione del mondo cattolico per il cinema, considerato un dono dallo stesso Papa Giovanni Paolo II che lo definiva un contributo importante alla crescita di un vero umanesimo. «La Chiesa cattolica – sostiene il docente – ha sempre avuto un atteggiamento diverso verso il cinema rispetto alle altre religioni dimostrando grande apertura. Oggi che la Chiesa torna ad essere un punto di riferimento centrale, il cinema premiato è quello che diventa lievito dell’esperienza contemporanea». Nascono invece dai propri dubbi di uomo combattuto tra fede e ateismo i film di Alessandro D’Alatri che vede il cinema come interprete della realtà perché mediato dallo sguardo umano. «Noi cineasti siamo come minatori – dice – scaviamo per avvicinarci alla verità. Appartengo a un’epoca che ha visto cadere muri e ideologie e non dimentico le parole di Papa Paolo VI che nella sua ultima enciclica dichiarava conclusa l’era dei maestri e aperta quella dei testimoni. Ecco, con il mio lavoro vorrei proprio essere uno di questi testimoni ». In mattinata il Patriarca aveva partecipato anche ad un incontro promosso dalla Fondazione Don Gnocchi che, in occasione di questa edizione della Mostra del Cinema, ha favorito l’istituzione di un premio speciale da destinare al film che «più efficacemente affronti i temi del diritto del malato, della sua dignità e, più in particolare, della promozione integrale della persona». Al Lido un incontro sui 60 anni del Premio cattolico Ocic. Il Patriarca: «Mi toccano quei film come “Lo scafandro e la farfalla” che fanno brillare alla coscienza l’infinito»

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