UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Il network degli universitari

«Pensare con lode»: è lo slogan della Pastorale universitaria della diocesi di Asti che si pone a servizio degli studenti del polo universitario locale (Astiss) e dei giovani astigiani che studiano in altre città o all’estero. 
16 Dicembre 2015

«Pensare con lode»: è lo slogan della Pastorale universitaria della diocesi di Asti che si pone a servizio degli studenti del polo universitario locale (Astiss) e dei giovani astigiani che studiano in altre città o all’estero. Per farlo, il coordinatore don Mauro Canta ha inserito la neonata articolazione nel sistema della Pastorale universitaria piemontese di cui è referente don Luca Peyron e che già collega nell’app per smartphone e tablet «AppLaude» le realtà di Torino, Milano, Genova e altre città italiane. Don Canta ha creato anche un circuito di social media (pagina Facebook, canale Twitter, profilo Instagram), e proprio il vescovo di Asti Francesco Ravinale ha inaugurato nei giorni scorsi l’attività di networking con il primo tweet.
La Pastorale universitaria astigiana manifesta l’attenzione della diocesi nei riguardi dell’ambito universitario. «In particolare – dice don Canta – desidera attuare una cura pastorale dei docenti, degli studenti e di quanti lavorano nel Polo universitario di Asti con uno sguardo particolare a chi viene da fuori e deve inserirsi nella nostra realtà, senza dimenticare i tanti universitari che si dirigono per i loro studi in facoltà ubicate in città limitrofe o sul territorio nazionale».
Come primo approccio, la Pastorale universitaria si propone di fornire un servizio di orientamento a tutti quegli studenti che, terminate le superiori, decidono di continuare in università il loro percorso di studi. Non solo: si intende creare una presenza discreta ma attenta, all’interno del Polo universitario di Asti, di uno o più sacerdoti o religiosi e religiose disponibili all’ascolto degli studenti, al dialogo, alla celebrazione dei sacramenti e alla guida spirituale. «Non vogliamo per forza attuare nuove iniziative quanto mettere in rete e far conoscere ai giovani le numerose esperienze ecclesiali rivolte agli universitari», conclude don Canta.