UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Il Papa: un'informazione
che va alle radici

Un Papa in redazione non è cosa da tutti i giorni. Neppure quando la re­dazione è quella de L’Osservatore Romano, che pure, proprio del Papa, è il giornale. Ma può succedere quando la da­ta è di quelle speciali, come senza dubbio lo è il 150° anniversario del quotidiano va­ticano.
6 Luglio 2011
Un Papa in redazione non è cosa da tutti i giorni. Neppure quando la re­dazione è quella de L’Osservatore Romano, che pure, proprio del Papa, è il giornale. Ma può succedere quando la da­ta è di quelle speciali, come senza dubbio lo è il 150° anniversario del quotidiano va­ticano. Una lunga strada, percorsa sempre nell’ottica di offrire «un’informazione uni­versale, che realmente vede il mondo inte­ro e non solo una parte». E certo, è vero che «è sempre necessaria una scelta» nel deci­dere che cosa pubblicare, e «sappiamo be­ne che le scelte delle priorità oggi sono spesso, in molti organi dell’opinione pub­blica, molto discu­tibili »; proprio per questo allora i cri­teri adottati da L’Os­servatore Romano, riassunti nei motti Unicuique suum e Non praevalebunt, ovvero «la giustizia che rispetta ognu­no e la speranza che vede anche le cose negative nella luce di una bontà divina della quale siamo sicuri per la fede», aiutano «a offrire realmente un’informa­zione umana, umanistica, nel senso di un umanesimo che ha le sue radici nella bontà di Dio. E così non è solo informazione, ma realmente formazione culturale». Un’acuta riflessione sui media quella che, Benedetto XVI, ha proposto ieri mattina durante la sua visita alla redazione del quo­tidiano vaticano, in occasione del secolo e mezzo di vita da esso compiuto il 1° luglio scorso. Incontro davvero in famiglia, col Pontefice a 'curiosare' – «Ma se io im­provviso vi metto in difficoltà?», si è anche informato a un certo punto – e a informarsi, seduto a una postazione, su come mate­rialmente nasca il giornale, mentre il di­rettore Giovanni Maria Vian gli illustrava le diverse fasi della lavorazione.

Accolto al suo arrivo dal direttore Vian e dal vicedirettore Carlo Di Cicco, papa Ratzin­ger, che era accompagnato dal segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, è sali­to al suo arrivo al terzo piano dell’edificio che ospita L’Osservatore Romano, dove in un salone era riunito tutto il personale del­le diverse edizioni. Presente anche il diret­tore emerito, professor Mario Agnes.
Dopo la visita ai locali, è venuto il momento del discorso – che il Papa ha quasi intera­mente improvvisato –, preceduto dall’in­dirizzo di saluto di Vian, che ha ricordato come «uno dei due motti sotto la nostra te­stata è Unicuique suum, che... è un princi­pio della filosofia antica, quello della giu­stizia, tratto dal diritto romano. L’altro, Non praevalebunt, è un detto di Gesù nel Vangelo di Matteo, lo stesso che contiene il Tu es Petrus. Allora questo significa dav­vero un’unità profonda, profondamente intrecciata: Tu es Petrus, non praevalebunt. Siamo tutti nella stessa piccola barca, la navicula Petri».