UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Il tesoro del silenzio

C’è un elemento essenziale almeno quanto la parola – anche se troppo spesso sottovalutato – al centro del messaggio di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali (20 maggio 2012): il silenzio. “Educarsi alla comunicazione – scrive il Papa – vuol dire imparare ad ascoltare, a contemplare, oltre che a parlare”.
24 Gennaio 2012
“Quando parola e silenzio si escludono a vicenda, la comunicazione si deteriora (…); quando, invece, si integrano reciprocamente, la comunicazione acquista valore e significato.”
Si apre con questa considerazione il Messaggio di Benedetto XVI per la prossima GMCS, la 46ª.
Da oggi al 20 maggio avremo dunque tempo per preparare bene la celebrazione della Giornata ed anche attraverso le pagine di questo sito, da oggi rinnovato, saranno messi a disposizione delle diocesi gli strumenti necessari.
“Silenzio e parola: cammino di evangelizzazione” il tema della giornata, come era stato anticipato già dallo scorso 29 settembre, nella festa dei Ss. Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. Celebrando il patrono dei giornalisti, San Francesco di Sales, il Papa ha voluto consegnare la sua profonda riflessione su questo tema, descrivendo il silenzio come “uno spazio di ascolto reciproco” in cui “diventa possibile una relazione umana più piena”, ma anche “un’autentica conoscenza condivisa” e ricordando come sia necessario “creare un ambiente propizio, quasi una sorta di ecosistema che sappia equilibrare silenzio, parola, immagini e suoni”.
A causa delle attuali dinamiche della comunicazione siamo sommersi da un flusso continuo di domande e risposte, spesso anzi da risposte non richieste che vorrebbero anticipare ed indurre domande di nessuna utilità. In questo contesto, ricorda Benedetto XVI, “il silenzio è prezioso per favorire il necessario discernimento tra i tanti stimoli e le tante risposte che riceviamo, proprio per riconoscere e focalizzare le domande veramente importanti”.
Le grandi domande della filosofia, sul senso della vita, del sapere e della speranza, non si sono estinte nel cuore dell’uomo e continuano a manifestare “l’inquietudine dell’essere umano sempre alla ricerca di verità, piccole o grandi, che diano senso e speranza all’esistenza”, perché “tutti siamo cercatori di verità e condividiamo questo profondo anelito”.
In un contesto in cui si torni a “coltivare la propria interiorità”, afferma il Santo Padre, anche “nella essenzialità di brevi messaggi, spesso non più lunghi di un versetto biblico, si possono esprimere pensieri profondi”. Tutto ciò che, nella cultura odierna, può aiutare l’uomo a trovare spazi di silenzio va dunque guardato con interesse.
L’ultima parte del messaggio è poi un viaggio nella dimensione teologica del silenzio di Dio, e del silenzio umano che gli apre la “possibilità di parlare con Dio e di Dio”.
“La contemplazione silenziosa – scrive ancora il Papa - ci fa immergere nella sorgente dell’Amore, che ci conduce verso il nostro prossimo, per sentire il suo dolore e offrire la luce di Cristo, il suo Messaggio di vita, il suo dono di amore totale che salva”.
La conclusione del messaggio raccoglie quella stessa sfida educativa sulla quale la Chiesa Italiana ha concentrato i propri sforzi pastorali per questo decennio: “Educarsi alla comunicazione vuol dire imparare ad ascoltare, a contemplare, oltre che a parlare, e questo è particolarmente importante per gli agenti dell’evangelizzazione: silenzio e parola sono entrambi elementi essenziali e integranti dell’agire comunicativo della Chiesa, per un rinnovato annuncio di Cristo nel mondo contemporaneo”.