UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Il Vangelo oggi, dai tetti e nella Rete

Guardare alla nuova evangelizzazione in una triplice prospettiva per “osare un nuovo inizio” è l’invito rivolto il 29 febbraio dal teologo Thomas Söding nel corso della prolusione tenuta in occasione del “Dies academicus” che ha inaugurato a Padova il settimo anno di attività della Facoltà teologica del Triveneto.  
1 Marzo 2012
Guardare alla nuova evangelizzazione in una triplice prospettiva per “osare un nuovo inizio” è l’invito rivolto il 29 febbraio da Thomas Söding, docente di Nuovo Testamento all’Università di Bochum (Germania) e membro della Commissione teologica internazionale, nel corso della prolusione tenuta in occasione del “Dies academicus” che ha inaugurato a Padova il settimo anno di attività della Facoltà teologica del Triveneto.                         
Colori, profumi e volti della fede.
“Dopo duemila anni di cristianesimo – ha fatto notare Söding – il compito della missione rimane, e rimane anche il compito della catechesi”; oggi tuttavia viene riconosciuto “particolarmente urgente” anche il compito della nuova evangelizzazione “specialmente nelle metropoli del Nord e dell’Occidente, ma anche nelle campagne, ove si sta dissolvendo la tradizionale simbiosi tra cultura e religione” e “l’agnosticismo sembra convincere la maggioranza delle persone”. Nondimeno, anziché “lande desolate agli occhi della fede”, le società secolarizzate costituiscono “un campo” su cui seminare, a condizione che si guardi alla nuova evangelizzazione “in tre prospettive”. Si tratta “anzitutto del che cosa della fede; in secondo luogo del come della fede; si pone infine la questione del dove della fede”. È nota, ha osservato Söding, “la tensione che sussiste tra fides quae e fides qua; oggi bisogna però forse anche interrogarsi circa la fides quo. Il contenuto e la forma della fede vanno insieme; la fede necessita però anche di un luogo per potersi fare concreta”. Con riferimento a iniziative quali il “catechismo universale” della Chiesa cattolica presentato in diversi formati: enciclopedia, compendio e “breviario” per i giovani, lo “Youcat”, il teologo ha sottolineato che ai concetti e alle formulazioni, “che hanno tutto il loro significato dogmatico, devono aggiungersi anche le storie della fede, i colori e i profumi della liturgia, soprattutto i volti di quegli uomini e donne che s’impegnano per quella fede che senza di loro nemmeno esisterebbe”.

Una “rete” di storie. 

“Se la fides quae viene presentata in questo modo – ha aggiunto Söding –, allora è sin dall’inizio visibile l’intimo legame con la fides qua”. Per il teologo, “precetti e divieti convincono solo se diviene visibile il loro orientamento alla gioia di vivere che procede dalla fede, alla gioiosa serietà del gioco liturgico, al premio infinito promesso a quanti s’impegnano” per il Vangelo. Ciò presuppone a sua volta “testimoni viventi della fede”. La nuova evangelizzazione ha insomma “bisogno degli esempi positivi di quanti sono in grado di dimostrare come si possa scrutare nel cuore della vita grazie alla fiaccola del Vangelo”, ma ha anche bisogno degli esempi di “coloro che vogliono iniziare con la fede e compiono i primi passi, oppure ancora esitano” ma sono tuttavia “divenuti attenti, curiosi, vigilanti”. Di qui il suggerimento di “utilizzare Internet per creare una rete globale di storie simili da diverse regioni e culture”. “Non è forse il Vangelo stesso” una sorta di Facebook?.

Cristianesino “urbano”.

Alla terza domanda, quella circa il dove della fede, per Söding “è possibile dare una sola risposta: qui ed oggi”. La nuova evangelizzazione “ha prodotto una notevole serie di progetti di missione metropolitana: Colonia, Vienna, Parigi, Budapest, Dublino, Lisbona, Bruxelles, Liverpool, Varsavia, Torino e Barcellona. Ciò spinge a guardare al futuro, perché inizia proprio in Europa dove la secolarizzazione è più forte, ma la fede è più importante e l’attualità del Vangelo è somma”. “Il caso serio della fede – ha avvertito – si da sempre nell’oggi. E oggi la fede non viene solo ricevuta e trasmessa, bensì cercata e vissuta”. Per il teologo la città è “l’elisir vitale del cristianesimo primitivo e diventerà sempre più importante per la Chiesa”. Quale luogo della fede “la città risulta di particolare sfida e ispirazione, perché vi sta di casa la pluralità e la mobilità della modernità”. Il cristianesimo urbano deve però “determinare le forme della nuova evangelizzazione, i suoi mezzi e i suoi soggetti”.

Ali alla fede.

Così intesa, ha assicurato Söding, la nuova evangelizzazione “non rappresenta solo un progetto di riforma della Chiesa, bensì del mondo. Se la nuova evangelizzazione riesce a fornire ali alla fede, allora ottiene il medesimo risultato anche per la solidarietà; se rafforza il senso dell’infinito, allora anche il senso per il finito, per ciò che va fatto in questa città”. Di qui l’invito a “osare un nuovo inizio”. Sul compito specifico e primario della teologia, “racchiuso nella funzione di ascoltare e interpretare la storia umana in rapporto alla rivelazione cristiana”, si è soffermato il preside della Facoltà, don Andrea Toniolo. “Il discernimento dei segni dei tempi – ha spiegato – non è un giudizio sulla storia dall’alto in nome della verità della fede, ma è capire che cosa la storia vuole dirci con tutte le sue attese e speranze, come con le sue ambivalenze”. A testimoniare senso e attualità della teologia è l’interesse degli studenti, nel presente anno accademico 2.670, di cui circa 2.200 laici. Per don Toniolo, nuova evangelizzazione significa “recepire a livello teologico e pastorale la novità del Concilio Vaticano II, soprattutto lo sguardo nuovo nei confronti del mondo”.
 
(fonte: www.agensir.it)