UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Imola: nelle parrocchie i “titoli” per pensare

Eugenio Dal Pane, insegnante di lettere in pensione, sposato e con due figlie, ha fondato 20 anni fa e dirige la casa editrice Itacalibri, animata oggi da 15 dipendenti a Castel Bolognese, diocesi di Imola e provincia di Bologna.
25 Ottobre 2011
«Seguendo il consiglio di san Giovanni Bosco, per il quale un libro può fare tanto bene all’anima, noi di Itacalibri cerchiamo da vent’anni di rilanciare la lettura, andando alla riconquista dei lettori uno a uno, casa per casa, parrocchia per parrocchia». Eugenio Dal Pane, insegnante di lettere in pensione, sposato e con due figlie, ha fondato 20 anni fa e dirige la casa editrice Itacalibri, animata oggi da 15 dipendenti a Castel Bolognese, diocesi di Imola e provincia di Bologna.

«Secondo il nostro punto di vista – spiega – promuovere la cultura si traduce in libri, percorsi di lettura e mostre itineranti». Ma che cosa c’entrano le mostre coi volumi? «Ogni esposizione è accompagnata sempre da un banco di libri sulla fede che approfondiscono la sete di verità suscitata». Non solo.
«Entrando in una libreria o in Internet – afferma Dal Pane – oggi ci sono talmente tante proposte che uno può rimanere smarrito. Quindi noi facciamo proposte concrete, come per esempio il libro in parrocchia». Un’esperienza nata nella Collegiata di Lugo di Romagna. «Ogni mese – chiarisce l’ex docente – il parroco suggerisce la lettura di un libro che poi si approfondisce insieme, si incontra l’autore o si richiama nell’omelia». Da qui è nata creata una rete di comunità impegnate su questo fronte.
«La gente oggi ha una grande fame di lettura e pochi vanno in libreria. Quindi siamo noi che dobbiamo andare da loro con canali alternativi: la vendita online, le mostre, la rete di parrocchie». In cantiere ci sono già nuovi progetti. «Per l’Anno della fede stiamo pensando a due mostre su Caravaggio e Van Gogh con relativi libri». Un bilancio della sfida? «Il mondo cattolico deve fare di più per promuovere la lettura, anche nell’epoca della comunicazione delle immagini, della tv e di Internet. Dal nostro osservatorio possiamo dire che scopriamo spesso lettori insospettabili».