Prendi due sacerdoti, mezz'ora di tempo, una diretta Facebook e una decina di domande. Mescola e otterrai una modalità, leggera ma non superficiale, di parlare di vocazione e di percorsi di crescita per i giovani utilizzando un social network.
È l'esperimento fatto dalla diocesi di Mazara del Vallo che, sulla pagina Diocesi Mazara/Condividere, ha visto protagonisti don Davide Chirco, direttore del centro vocazioni, e don Giuseppe Inglese, incaricato della pastorale giovanile, in qualità di 'conduttori' del secondo appuntamento live promosso dalla testata giornalistica diocesana Condividere. Hanno scelto di mettersi nei panni dei ragazzi per porre quelle domande, anche semplici e di carattere informativo, che forse però, per timidezza o per paura, loro non hanno il coraggio di fare: «Cosa si intende per vocazione?», «È vero che questo termine ha a che fare solo con i preti e con le suore?». E ancora: «Cosa fa la pastorale giovanile in concreto?», «Quali sono le iniziative per i ragazzi proposte sul territorio?».
Don Chirco e don Inglese, che collaborano strettamente nell' ottica di una pastorale integrata all'interno della Consulta, hanno dato delle risposte, semplici e di contenuto, che tuttavia non hanno tralasciato gli aspetti più prettamente informativi, con indicazioni precise ad esempio riguardo ai due gruppi, maschile e femminile, che si occupano di discernimento vocazionale o sul questionario lanciato su Whatsapp e sui social per capire quali sono i bisogni, le attese e le speranze dei giovani di Mazara del Vallo in vista dell' elaborazione del progetto educativo quadriennale che sarà presentato a Marsala, a dicembre.
Una diretta poi non poteva non sfruttare l'interattività e così i due sacerdoti hanno cercato di approfondire i loro argomenti anche a partire dalle domande che, via via, arrivavano dalle persone collegate. Si è parlato allora di come si può trasmettere la fede alle nuove generazioni, della difficoltà di coinvolgere la fascia di età dei giovani-adulti, di come avvicinare i lontani, dell'importanza del volontariato, di come la Chiesa può aiutare i giovani che vivono le solitudini e le incertezze della società odierna. L'appuntamento live si è quindi trasformato in un confronto sincero e aperto, una vera e propria 'chiacchierata' tra amici.
Lo stile informale e familiare ha consentito di allargare gli orizzonti, affrontando questioni che toccano la vita dei ragazzi, ma anche di quanti se ne prendono cura e hanno a cuore la questione educativa.
(Stefania Careddu)
da Avvenire del 28 marzo 2017, pag. 16