UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

In Umbria, verso la sinergia

Dall'Umbria un progetto editoriale per rilanciare la sinergia tra i media diocesani e dare nuovo slancio ai segni della speranza, in un tempo di crisi.
29 Maggio 2017

A Perugia, mercoledì 31 maggio, alle ore 11.30, nella “Sala Francesco” del palazzo arcivescovile (piazza IV Novembre 6), si terrà la presentazione del progetto editoriale di rilancio dei media ecclesiali umbri promosso dalla Commissione regionale per le comunicazioni sociali della Ceu. Occasione di questa presentazione è la 51ª Giornata mondiale per le comunicazioni sociali che la Chiesa celebra ogni anno la domenica dell’Ascensione, alla quale papa Francesco ha dedicato il messaggio dal titolo: “‘Non temere, perché io sono con te’ (Is 43,5). Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo”.

A illustrare i contenuti di questo messaggio e a presentare il progetto editoriale, che si ispira all’invito del Papa a “comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo” dove “c’è fame di buone notizie”, è il vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve mons. Paolo Giulietti, delegato Ceu per le Comunicazioni sociali. Interverranno i presidenti dell’Ordine regionale dei giornalisti dell’Umbria, Roberto Conticelli, e del Corecom Umbria, Marco Mazzoni, e i direttori responsabili del settimanale La Voce, Maria Rita Valli, e di Umbria Radio, Pasquale Caracciolo. Modererà l’incontro Riccardo Liguori, coordinatore della Commissione regionale per le Comunicazioni sociali (Cs) della Ceu.

 

Interazione tra i nuovi media e quelli tradizionali

Sono stati invitati a partecipare anche i responsabili degli Uffici diocesani per le Cs delle otto Diocesi umbre e quanti operano a vario titolo nei media a cui questo progetto si rivolge, che, oltre a interessare il rilancio de La Voce e di Umbria Radio, si caratterizza per aver dato vita, a livello sperimentale, al primo quotidiano online cattolico umbro: www.umbriaoggi.news, attualmente curato dalla redazione di Umbria Radio, ottenendo risultati soddisfacenti nei suoi primi 100 giorni di attività.

Un ruolo non secondario in questo progetto è affidato agli Uffici stampa diocesani e regionale della Ceu, in particolare nel contribuire alla realizzazione di servizi per umbriaoggi.news, oltre a curare quotidianamente la comunicazione istituzionale “ad extra” delle Chiese particolari, tessendo rapporti di collaborazione con i media “laici”. Inoltre, la loro “rete” sta elaborando un progetto-servizio rivolto alle Diocesi che non hanno un ufficio stampa strutturato.

 

L’iniziativa mediatica della “Domenica fuori porta”

La collaborazione e il lavoro di squadra, a cui fa riferimento anche la deontologia dei giornalisti nella “Carta di Firenze”, sono l’humus per far attecchire e crescere il progetto di rilancio dei media ecclesiali umbri. La Voce e Umbria Radio portano avanti insieme da alcuni mesi l’iniziativa della “Domenica fuori porta”. Si tratta di contribuire a dare voce e ascolto alle comunità locali, in primis quelle di periferia, che altrimenti non avrebbero la giusta attenzione mediatica e, nel contempo, di fare conoscere questi due mezzi di comunicazione a livello territoriale. Settimanalmente La Voce realizza una pagina speciale dedicata a una realtà parrocchiale dove Umbria Radio, la domenica mattina, vi trasmette in diretta la messa ospitando ai suoi microfoni sacerdoti e laici impegnati in Parrocchia.

 

A rischio il pluralismo dell’informazione

“Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo” è «un compito non facile, in particolare in questo tempo caratterizzato da crisi economica, crisi del lavoro, crisi dei valori … insomma un tempo di “crisi” da cui sembra non intravvedersi ancora l’uscita», scrive il direttore de La Voce nell’ultimo numero in edicola nel dedicare un’ampia riflessione alla 51a Giornata mondiale delle Cs. «Anche nella nostra piccola regione – prosegue Maria Rita Valli – la parola “crisi” sta accompagnando le giornate dei giornalisti e di quanti lavorano in giornali, tv e radio locali. Parlare dell’informazione locale oggi è come fare un bollettino di guerra in cui si contano morti e feriti e nessun vincitore. Oserei dire che l’invito del Papa giunge a delle persone, i giornalisti, che faticano a guardare con speranza al loro futuro».

Questa preoccupazione trova conferma nei dati della relazione annuale della presidenza dell’Asu (Associazione stampa umbra), il sindacato di categoria. Sono diverse decine di persone tra giornalisti, poligrafici e tecnici senza lavoro o a rischio occupazione a causa della chiusura o del ridimensionamento delle redazioni di quotidiani, tv, radio e uffici stampa. «In questo quadro decisamente poco incoraggiante – evidenzia il direttore de La Voce – la passione e l’intraprendenza fanno sperimentare, soprattutto ai giovani, nuove formule editoriali nella speranza di trovare una giusta via. Augurarsi che questo avvenga vuol dire augurarsi che crescano i sostegni pubblici ma soprattutto che cresca il numero di persone disposte a compensare il loro lavoro (per esempio comprando e leggendo giornali, cartacei, digitali e online); significa augurarsi che non venga meno uno dei fondamenti della democrazia: il pluralismo delle idee e dell’informazione. Il giornalismo locale è un elemento fondamentale della vita sociale, culturale, politica della nostra regione… Anche per questo il lavoro che le Chiese umbre stanno facendo per rinnovare i media cattolici è un segno di speranza, una scommessa sul futuro nella convinzione che anche in questo la Chiesa esprime la cura per le persone».

 

La “fame di buone notizie”

La causa di questa sofferenza dei media in generale, dovuta non poco alla disaffezione di sempre maggiori lettori e tele-radio ascoltatori, va ricercata alla scarsità di notizie positive, che comunicano, come dice il Papa, “speranza e fiducia”. A sottolinearlo è mons. Paolo Giulietti nel suo editoriale dal titolo “C’è fame di notizie buone”, pubblicato sempre da La Voce nell’ultimo numero.

Quella sulla qualità dell’informazione non è una questione secondaria – scrive il presule –. A fare problema non sono solo o tanto le “fake news”, cioè le notizie intenzionalmente false o parziali, la cui negatività è evidente quanto quella del veleno. Il grosso danno lo fanno invece le cattive notizie, spesso ricercate con cura, offerte con costanza e presentate con enfasi o, come si dice in gergo, “strillate”… Nel suo messaggio, il Papa invita i media a imboccare una strada diversa: “uno stile comunicativo aperto e creativo, che non sia mai disposto a concedere al male un ruolo da protagonista, ma cerchi di mettere in luce le possibili soluzioni, ispirando un approccio propositivo e responsabile nelle persone a cui si comunica la notizia”. È una logica alternativa, quella della “buona notizia”, ispirata dalla speranza evangelica (eu-anghèlion), cioè dalla convinzione che in tutte le vicende umane, anche nelle più drammatiche, è contenuta una possibilità di bene, di rinascita e di salvezza. In tale logica, la morte può lasciare il posto alla vita e il distacco (dell’Ascensione) a una nuova vicinanza».