UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Insieme ai giovani,
oltre la “connessione”

Mons. Paul Tighe, segretario del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali, intervenendo ad un convegno a Roma ha parlato ai giovani: "Oggi potete costruire chiese, comunità di comunicazione, usando la vostra conoscenza della tecnologia: potete essere i protagonisti della rinascita umana".
15 Aprile 2011
“Voi siete i maestri in questo universo tecnologico e vogliamo imparare da voi, con quello stesso entusiasmo con cui vogliamo condividere insieme a voi l’aver sperimentato quanto fondamentale sia una comunicazione umana che non si fermi alla ‘connessione’, ma contempli la fisicità e la vicinanza per far nascere la vera amicizia, quella che è alla base del nostro desiderio di connessione”. Così mons. Paul Tighe, segretario del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali, si è rivolto il 14 aprile ai giovani parlando a Roma a un convegno promosso dall’Ateneo Pontificio “Regina Apostolorum” sulla comunicazione dei giovani nell’età dei “social media”. Media con i quali, ha precisato mons. Tighe, “comunicate, rispondendo a un bisogno innato che è dentro di voi dalla nascita, il bisogno di fare amicizie, creare comunità, per condividere voi stessi e il vostro mondo”.
I nuovi “strumenti tecnologici” per i giovani “sono normali”, mentre “per noi – ha aggiunto – quegli stessi strumenti hanno il valore di un vero e proprio ‘dono’, concesso all’umanità per approfittare delle innumerevoli potenzialità che ne derivano”. “Se, dunque, per voi questa connessione con il mondo è scontata, per noi – ha ribadito il segretario del Pontificio Consiglio – è miracolosa e siamo desiderosi di esplorare la vostra galassia per imparare il vostro linguaggio e il vostro stile di comunicazione”.
 
Mons. Tighe ha quindi invitato i giovani, “così abituati a ‘questo nuovo mondo di connessione’”, a pensare “cosa può significare oggi la parola silenzio, cosa significa essere solo, in quale angolo del cyberspazio è possibile trovare un luogo per la meditazione, per la comprensione di noi stessi e l’avvicinamento a Dio”, ricordando che “secondo la tradizione, il silenzio e la solitudine sono sempre stati luoghi privilegiati per incontrare Dio”. “Qui a Roma – ha sottolineato – siamo circondati da chiese bellissime, ma è importante ricordare che la Chiesa non si può ridurre né a un edificio né a un’istituzione. La Chiesa è prima di tutto il popolo di Dio radunato da Cristo”, e dunque, “definendosi ‘Chiesa’, la prima comunità di credenti in Cristo si riconosce erede di quell’assemblea e in essa Dio ‘convoca’ il suo Popolo da tutti i confini della terra. La Chiesa è, pertanto, una comunità che vive della comunicazione”.
Da qui l’esortazione di mons. Tighe “a riflettere su questo tempo che state vivendo, su quest’epoca in cui voi, generazione digitale, siete parte di questo sviluppo veloce ancora in atto. Oggi può rinascere quello stesso spirito che spinse i nostri illustri predecessori a costruire la cupola di San Pietro, a stampare la Bibbia, a scrutare il cielo per gettare le basi della teoria eliocentrica. Oggi voi potete costruire chiese, comunità di comunicazione, usando i vostri doni, usando la vostra conoscenza della tecnologia”. “Oggi – ha concluso – potete essere voi i protagonisti della rinascita umana”.