Si chiama Kaire il nuovo settimanale della diocesi di Ischia. Partito a Natale ha già un suo pubblico di affezionati lettori mentre aumentano gli estimatori. «Non ce lo aspettavamo, non almeno in così poco tempo», commenta il direttore Lorenzo Russo. Un riscontro che fa guardare con ottimismo al futuro, tanto che si progetta di aumentare le pagine da 16 a 24: un impegno gestito dalla cooperativa sociale Arké, nata dal progetto Policoro.
Superate le difficoltà e le critiche dei giornali locali che ne temevano la concorrenza, distribuito in 1.500 copie nelle parrocchie e nelle edicole, il settimanale è nato per «colmare un vuoto informativo e far trovare l’unità all’interno della diocesi», spiega Russo, giornalista di Tv2000 e ischitano doc.
La diocesi dell’Isola verde è composta da 25 parrocchie, ricche di vita ma tra loro scollegate e, osserva il direttore, «spesso non si sa che cosa succede nelle parrocchie». Grazie a Kaire «si stanno riscoprendo mentre gli ischitani si stanno rendendo conto della vivacità delle parrocchie e della fede». Il giornale si propone «anche come collegamento tra le varie realtà oltre alle parrocchie: uffici diocesani, sacerdoti, associazioni, ischitani e turisti». Nelle pagine si raccontano storie di vita, di un Vangelo vissuto davvero e in prima persona, oltre a eventi e iniziative. «E la cosa molto bella – nota Russo – è che persone agnostiche ci hanno fatto i complimenti e chiesto di collaborare». Lo slogan che accompagna il periodico è infatti 'dialogo reciproco con tutti, aperto a tutti'. Anche con altre testate diocesane attraverso la Fisc, la Federazione dei settimanali cattolici.
Progetto in controtendenza rispetto alla realtà poco brillante dell’editoria, Kaire, che significa «rallegrati», è «uno strumento per far crescere la comunicazione nella Chiesa di Ischia, per far crescere lo spirito di collaborazione e di condivisione», sottolinea il vescovo Pietro Lagnese. «Con fatica e con entusiasmo, cerchiamo di sviluppare un clima di maggiore fraternità e famiglia. E il nome del settimanale – conclude – nasce dall’idea che siamo portatori di belle notizie. La Buona Novella annunciata ai poveri e ai deboli».