UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

La Chiesa italiana e i nuovi media

In una società in rapido cambiamento come la nostra il rapporto spettatore-attore e mass media è in continua metamorfosi. Un esempio immediato è la Televisione. Da strumento di alfabetizzazione popolare negli anni ’50 è passata ad essere mezzo per veicolare contenuti pubblicitari e poi media interattivo che si appresta ad abbandonare la tradizionale configurazione “mittente-messaggio-ricevente” a vantaggio di una Tv interattiva i cui utenti possono scegliere liberamente cosa guardare e cosa no.
25 Febbraio 2008

In una società in rapido cambiamento come la nostra il rapporto spettatore-attore e mass media è in continua metamorfosi. Un esempio immediato è la Televisione. Da strumento di alfabetizzazione popolare negli anni ’50 è passata ad essere mezzo per veicolare contenuti pubblicitari e poi media interattivo che si appresta ad abbandonare la tradizionale configurazione “mittente-messaggio-ricevente” a vantaggio di una Tv interattiva i cui utenti possono scegliere liberamente cosa guardare e cosa no.
Non è un caso che negli ultimi anni il numero di canali satellitari monotematici sia cresciuto a dismisura. Possiamo dunque affermare che i parametri strutturali della comunicazione umana si sono trasformati.

E’ qui che occorre approfondire la “questione antropologica” in stretto contatto con il mondo delle comunicazioni sociali. Partendo dal presupposto come indica il cardinale Camillo Ruini nel suo recente libro Chiesa contestata che “sarebbe una ingenuità assai dannosa pensare di poter affidare ai media la parte preponderante nella costruzione di una cultura genuinamente umana e tanto meno nella proposta del messaggio cristiano”, si può affermare che quando si riflette sulle forme di comunicazione in sede ecclesiale, non bisogna mai perdere di vista, come dice lo stesso cardinale Ruini, “il valore del rapporto interpersonale, l’efficacia del simbolismo biblico e liturgico, la comprensibilità universale del linguaggio dell’amore operoso”. Fatta questa premessa, le nuove tecnologie, ed Internet in particolare, sono un ambiente pieno di risorse e di opportunità, ma anche di rischi e di trappole per la persona umana. L’atteggiamento della Chiesa che passa da una istintiva diffidenza ad una progressiva simpatia verso i media dice che si è attuato un cambiamento più profondo. Si è compreso cioè che l’accelerata innovazione tecnologica non è solo questione tecnica, ma coinvolge più profondamente l’uomo. “Non basta usare i media… è necessario integrare questa messaggio nella nuova cultura creata dai moderni mezzi della comunicazione sociale” (RM, 37).

Don Domenico Pompili, Direttore Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali CEI