Comunione e progresso. Il binomio sembra un manifesto operativo per la comunicazione attuale. Eppure riporta indietro nel tempo, esattamente a 50 anni fa. È il 23 maggio 1971 e, per disposizione del Concilio Ecumenico Vaticano II, la Pontificia Commissione per le comunicazioni sociali pubblica l’Istruzione pastorale “Communio et progressio”. Quel 23 maggio veniva celebrata la V Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Non sono semplici coincidenze ma traiettorie disegnate nel tempo, che restituiscono il senso di un impegno. La rotta è tracciata dalla freschezza delle parole finali della Nota pastorale: “Il Popolo di Dio, stando al passo con gli avvenimenti che tessono la trama della storia, e volgendo con immensa fiducia lo sguardo al futuro, sia come comunicatore che come recettore, già intravede quanto sia largamente promettente la nuova era spaziale delle comunicazioni sociali” (n. 187). Anticipo di futuro e segno di profezia in due parole precise: comunione e progresso.
Vincenzo