UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

La crisi non frena Internet:
Italia nella top 10 digitale

C’ è anche l’Italia, per la pri­ma volta, nella top ten mondiale dei Paesi dove Internet è più diffusa. A dirlo è il Rapporto sullo stato di In­ternet che trimestralmente viene re­so noto da Akamai, una delle società leader nel­le applicazioni e servizi per Internet, in oltre 70 Paesi del mondo.
5 Settembre 2011
C’ è anche l’Italia, per la pri­ma volta, nella top ten mondiale dei Paesi dove Internet è più diffusa. Al suo primo ingresso nella classifica delle dieci nazioni nelle quali i nodi e le maglie della grande Rete info-telematica sono più frequentati, il nostro Pae­se si piazza infatti al nono posto, su­bito davanti alla Spagna e dietro al Brasile. A dirlo è il Rapporto sullo stato di In­ternet che trimestralmente viene re­so noto da Akamai, una delle società leader (quotata al Nasdaq, la Borsa dei titoli tecnologici di New York) nel­le applicazioni e servizi per Internet, che attraverso i suoi più di 90mila computer server distribuiti in oltre 70 Paesi del mondo gestisce una fet­ta tra il 15 e il 30% del traffico globa­le che transita sul web. Un traffico che non sembra risentire in alcun modo della crisi, se è vero che tra gennaio e marzo di quest’anno la pe­netrazione di Internet (che Akamai misura attraverso il numero di Ip ad­dress unici, cioè gli indirizzi nume­rici che identificano univocamente ogni dispositivo che si collega alla Rete) è cresciuta del 5,2% sul trime­stre precedente e addirittura del 20% sullo stesso periodo del 2010. Conti­nuando, tuttavia, ad essere forte­mente concentrata, per non dire squilibrata, in determinate aree geo­grafiche, forse come riflesso delle di­suguaglianze e­sistenti sul pia­neta: ai soli Pae­si della top ten, infatti, capeggia­ti da Stati uniti, Cina e Giappo­ne, con al quar­to posto la Ger­mania (primo Paese europeo), fa ca­po circa il 70% degli indirizzi Ip to­tali, che am­montano a poco meno di 600 mi­lioni nel mondo (cresciuti dell’80% in tre anni) e proven­gono da 237 dif­ferenti Paesi.

 
Il trend italiano nel primo trimestre 2011 è stato più che lusinghiero, cir­ca il doppio più elevato rispetto a quello mondiale, dato che da noi la penetrazione di Internet è cresciuta addirittura dell’11%. Allo stesso tem­po, però, il nostro Paese è quello in Europa che ha la percentuale più e­levata di connessioni (quasi l’1%) che vanno ancora a passo d’uomo, che viaggiano cioè a 256 Kbps, mentre l’85% supera i 2 Mbps e l’11% corre a oltre 5 Mbps. A livello globale, in­tanto, la velocità media di connes­sione ha ormai superato i 2 Mbps (in crescita del 23% rispetto all’anno scorso).
 
Non è invidiabile, invece, il record detenuto dall’Italia per quanto ri­guarda il traffico legato agli attacchi informatici che provengono da reti mobili: continuiamo a rappresen­tare la prima fonte al mondo di que­sto traffico 'nocivo', col 25%, sep­pur in discesa rispetto al 30% del­l’ultimo trimestre del 2010, con am­pio distacco sul secondo, il Cile (9%). È invece la Birmania a svettare, si fa per dire, nella classifica relativa al traffico totale legato agli attacchi informatici, con il 13%, davanti a Stati Uniti (10%), a Taiwan (9,1%) e alla Russia (7,7%).
 
Incontenibile, infine, la crescita re­gistrata a livello mondiale dal traffi­co dati sulle reti mobili, che Akamai ha iniziato a rilevare in partnership con Ericsson: nel giro di dodici me­si è più che raddoppiato (+130%) ed è ormai più del doppio del volume del traffico voce.