C’ è anche l’Italia, per la prima volta, nella top ten mondiale dei Paesi dove Internet è più diffusa. Al suo primo ingresso nella classifica delle dieci nazioni nelle quali i nodi e le maglie della grande Rete info-telematica sono più frequentati, il nostro Paese si piazza infatti al nono posto, subito davanti alla Spagna e dietro al Brasile. A dirlo è il Rapporto sullo stato di Internet che trimestralmente viene reso noto da Akamai, una delle società leader (quotata al Nasdaq, la Borsa dei titoli tecnologici di New York) nelle applicazioni e servizi per Internet, che attraverso i suoi più di 90mila computer server distribuiti in oltre 70 Paesi del mondo gestisce una fetta tra il 15 e il 30% del traffico globale che transita sul web. Un traffico che non sembra risentire in alcun modo della crisi, se è vero che tra gennaio e marzo di quest’anno la penetrazione di Internet (che Akamai misura attraverso il numero di Ip address unici, cioè gli indirizzi numerici che identificano univocamente ogni dispositivo che si collega alla Rete) è cresciuta del 5,2% sul trimestre precedente e addirittura del 20% sullo stesso periodo del 2010. Continuando, tuttavia, ad essere fortemente concentrata, per non dire squilibrata, in determinate aree geografiche, forse come riflesso delle disuguaglianze esistenti sul pianeta: ai soli Paesi della top ten, infatti, capeggiati da Stati uniti, Cina e Giappone, con al quarto posto la Germania (primo Paese europeo), fa capo circa il 70% degli indirizzi Ip totali, che ammontano a poco meno di 600 milioni nel mondo (cresciuti dell’80% in tre anni) e provengono da 237 differenti Paesi.
Il trend italiano nel primo trimestre 2011 è stato più che lusinghiero, circa il doppio più elevato rispetto a quello mondiale, dato che da noi la penetrazione di Internet è cresciuta addirittura dell’11%. Allo stesso tempo, però, il nostro Paese è quello in Europa che ha la percentuale più elevata di connessioni (quasi l’1%) che vanno ancora a passo d’uomo, che viaggiano cioè a 256 Kbps, mentre l’85% supera i 2 Mbps e l’11% corre a oltre 5 Mbps. A livello globale, intanto, la velocità media di connessione ha ormai superato i 2 Mbps (in crescita del 23% rispetto all’anno scorso).
Non è invidiabile, invece, il record detenuto dall’Italia per quanto riguarda il traffico legato agli attacchi informatici che provengono da reti mobili: continuiamo a rappresentare la prima fonte al mondo di questo traffico 'nocivo', col 25%, seppur in discesa rispetto al 30% dell’ultimo trimestre del 2010, con ampio distacco sul secondo, il Cile (9%). È invece la Birmania a svettare, si fa per dire, nella classifica relativa al traffico totale legato agli attacchi informatici, con il 13%, davanti a Stati Uniti (10%), a Taiwan (9,1%) e alla Russia (7,7%).
Incontenibile, infine, la crescita registrata a livello mondiale dal traffico dati sulle reti mobili, che Akamai ha iniziato a rilevare in partnership con Ericsson: nel giro di dodici mesi è più che raddoppiato (+130%) ed è ormai più del doppio del volume del traffico voce.