UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

La Parola sul telefonino

Dallo scorso novem­bre è possibile scaricare gratis sul pro­prio device la prima e unica applica­zione che propone il testo biblico nel­la traduzione ufficiale 2008 della Cei, completo dell’apparato critico. Ma non è questa la sola novità editoriale che ha reso l’incontro con la Scrittura "a por­tata di clic".
23 Gennaio 2014

Johannes Gutenberg ci mise dal 1450 al 1454 per stam­pare le 180 copie della «sua» Bibbia che ha cambiato la storia del mondo. E, grazie ai caratteri mobili, è nato un nuovo approccio alla Parola. A distanza di sei secoli è an­cora il «libro dei libri» ad allargare gli orizzonti del mon­do della comunicazione. Stavolta il testo sacro entra nel­la Rete. E anche l’incontro con la Scrittura diventa a por­tata di clic. È il caso della nuova app Bibbia Cei che la Con­ferenza episcopale italiana ha lanciato a conclusione del­l’Anno della fede. Dallo scorso novem­bre è possibile scaricare gratis sul pro­prio device la prima e unica applica­zione che propone il testo biblico nel­la traduzione ufficiale 2008 della Cei, completo dell’apparato critico. Sono attive, anche, accurate funzioni di let­tura e c’è l’opzione per inserire segna­libri o annotazioni personali da archi­viare e portare sempre con sé.
È già presente su 900mila smartphone e tablet iBreviary, l’applicazione che porta il breviario sui mini schermi. «Sen­za contare quanti si collegano ogni giorno dai computer di casa», spiega don Paolo Padrini, sacerdote della dioce­si di Tortona che cinque anni fa ha creato la app e che nel 2009 è stato chiamato dal Pontificio Consiglio delle co­municazioni sociali a coordinare il progetto «Po­pe2You. net». Disponibile in sei lingue (italiano, inglese, francese, latino, spagnolo, romeno) a cui presto si ag­giungeranno il portoghese, il tedesco e l’arabo, l’«icona» consente di avere sul touchscreen la Liturgia delle ore, il Messale, le letture della Messa del giorno e i testi propri degli ordini religiosi. «Come il breviario cartaceo è uno strumento portatile che può accompagnare la giornata – racconta il prete piemontese – così, nell’era digitale, ci sia­mo aperti ad altri supporti: si evolvono le modalità di u­so, ma non la logica sottostante che è quella di accedere ai testi per la preghiera in modo pratico e in ogni mo­mento». Da due mesi iBreviary è anche in rito ambrosia­no. E con l’applicazione è possibile sostenere i francesca­ni della Custodia di Terra Santa. «Il progetto – afferma don Padrini – si basa su un gruppo di volontari che gestiscono il tutto inserendo nuovi testi, mantenendoli aggiornati e correggendo eventuali imprecisioni».
Sempre lo scorso Avvento è uscita la prima Bibbia cat­tolica completamente multimediale. Si chiama Bible World ed è la app per iPad voluta dalla San Paolo in oc­casione dei 50 anni del decreto con­ciliare sulle comunicazioni sociali Inter mirifica e del centenario del­la Famiglia paolina, fondata nel 1914 dal beato Giacomo Alberione. In quattro lingue (italiano, inglese, francese e spagnolo), la app è stata richiesta in molti Paesi ed è stata i­stallata da cybernauti colombiani, argentini, americani, tedeschi, fran­cesi e canadesi, oltre che italiani.
Con Bible World il testo può essere sfogliato anche a mo’ di rotolo, come negli antichi manoscritti. Si può pro­grammare la lettura in 365 giorni e condividere tramite Facebook o Twitter i passi che più colpiscono. Poi ci sono atlanti e cartine per illustrare le località o i percorsi dei protagonisti biblici. «Inoltre l’opera – spiega la San Paolo – recupera gli elementi salienti della cultura cristiana e della tradizione biblica, anche dei secoli che hanno pre­ceduto la stampa di Gutenberg: i codici miniati, i simbo­li e i gesti, la Biblia pauperum dell’arte sacra nelle Catte­drali ». Così, nella app la storia della Salvezza può essere letta anche grazie a seicento immagini. Oppure si può na­vigare fra le vie di Gerusalemme e della Roma imperiale ricostruite in 3D.