Johannes Gutenberg ci mise dal 1450 al 1454 per stampare le 180 copie della «sua» Bibbia che ha cambiato la storia del mondo. E, grazie ai caratteri mobili, è nato un nuovo approccio alla Parola. A distanza di sei secoli è ancora il «libro dei libri» ad allargare gli orizzonti del mondo della comunicazione. Stavolta il testo sacro entra nella Rete. E anche l’incontro con la Scrittura diventa a portata di clic. È il caso della nuova app Bibbia Cei che la Conferenza episcopale italiana ha lanciato a conclusione dell’Anno della fede. Dallo scorso novembre è possibile scaricare gratis sul proprio device la prima e unica applicazione che propone il testo biblico nella traduzione ufficiale 2008 della Cei, completo dell’apparato critico. Sono attive, anche, accurate funzioni di lettura e c’è l’opzione per inserire segnalibri o annotazioni personali da archiviare e portare sempre con sé.
È già presente su 900mila smartphone e tablet iBreviary, l’applicazione che porta il breviario sui mini schermi. «Senza contare quanti si collegano ogni giorno dai computer di casa», spiega don Paolo Padrini, sacerdote della diocesi di Tortona che cinque anni fa ha creato la app e che nel 2009 è stato chiamato dal Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali a coordinare il progetto «Pope2You. net». Disponibile in sei lingue (italiano, inglese, francese, latino, spagnolo, romeno) a cui presto si aggiungeranno il portoghese, il tedesco e l’arabo, l’«icona» consente di avere sul touchscreen la Liturgia delle ore, il Messale, le letture della Messa del giorno e i testi propri degli ordini religiosi. «Come il breviario cartaceo è uno strumento portatile che può accompagnare la giornata – racconta il prete piemontese – così, nell’era digitale, ci siamo aperti ad altri supporti: si evolvono le modalità di uso, ma non la logica sottostante che è quella di accedere ai testi per la preghiera in modo pratico e in ogni momento». Da due mesi iBreviary è anche in rito ambrosiano. E con l’applicazione è possibile sostenere i francescani della Custodia di Terra Santa. «Il progetto – afferma don Padrini – si basa su un gruppo di volontari che gestiscono il tutto inserendo nuovi testi, mantenendoli aggiornati e correggendo eventuali imprecisioni».
Sempre lo scorso Avvento è uscita la prima Bibbia cattolica completamente multimediale. Si chiama Bible World ed è la app per iPad voluta dalla San Paolo in occasione dei 50 anni del decreto conciliare sulle comunicazioni sociali Inter mirifica e del centenario della Famiglia paolina, fondata nel 1914 dal beato Giacomo Alberione. In quattro lingue (italiano, inglese, francese e spagnolo), la app è stata richiesta in molti Paesi ed è stata istallata da cybernauti colombiani, argentini, americani, tedeschi, francesi e canadesi, oltre che italiani.
Con Bible World il testo può essere sfogliato anche a mo’ di rotolo, come negli antichi manoscritti. Si può programmare la lettura in 365 giorni e condividere tramite Facebook o Twitter i passi che più colpiscono. Poi ci sono atlanti e cartine per illustrare le località o i percorsi dei protagonisti biblici. «Inoltre l’opera – spiega la San Paolo – recupera gli elementi salienti della cultura cristiana e della tradizione biblica, anche dei secoli che hanno preceduto la stampa di Gutenberg: i codici miniati, i simboli e i gesti, la Biblia pauperum dell’arte sacra nelle Cattedrali ». Così, nella app la storia della Salvezza può essere letta anche grazie a seicento immagini. Oppure si può navigare fra le vie di Gerusalemme e della Roma imperiale ricostruite in 3D.