UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

La radio è il presente e il futuro

Il 13 febbraio è la Giornata mondiale della Radio, celebrata con lo slogan “La radio sei tu!”. Anche il Copercom dà risalto alla ricorrenza con quattro interviste sul tema.
13 Febbraio 2017

Il 13 febbraio è la Giornata mondiale della Radio, una festa celebrata in tutto il mondo con lo slogan “La radio sei tu!”. Anche il Copercom dà risalto alla ricorrenza attraverso una serie di interviste che sottolineano, con accenti diversi, quanto della radio dice l’Unesco: “uno dei mezzi più diffusi per fare informazione e scambiare opinioni e rappresenta, al tempo stesso, anche uno strumento educativo ad altissimo potenziale”.
Su questi temi il Copercom ha sentito l’opinione di don Adriano Bianchi (presidente della Federazione italiana settimanali cattolici e dell’Associazione cattolica esercenti cinema), Lucio Brunelli (direttore delle testate giornalistiche di Tv2000 e Radio InBlu), Vania De Luca (presidente dell’Unione cattolica stampa italiana e vaticanista di Rainews 24) e Massimiliano Padula (presidente dell’Associazione italiana ascoltatori radio e televisione).
“Le possibilità della radio sono ancora enormi, perché è uno degli strumenti di comunicazione che riesce ad arrivare anche in territori e luoghi del mondo dove la televisione e Internet non ci sono”, spiega don Adriano Bianchi. La radio “è ancora uno dei media più diffusi, che raggiunge anche i popoli più lontani e dà voce a ciascuno di loro, a seconda delle esigenze e delle situazioni”.
Lucio Brunelli, evidenzia che quello che “sembrava alcuni anni fa uno strumento obsoleto, destinato a scomparire di fronte all’invadenza della televisione” si è rivelata una previsione sbagliata: “la radio gode di ottima salute, fa compagnia a milioni di persone in tutto il mondo e le mette anche in contatto”. Brunelli ne apprezza anche la sobrietà: “non potendo contare sulle immagini, va al sodo per quanto riguarda l’informazione, e permette” inoltre “degli approfondimenti e un tono, spesso, più ragionato, più pacato rispetto a quelli della televisione”.
Per la vaticanista Vania De Luca, “la radio è un grande strumento, il primo che ha portato nel mondo la voce e quindi il racconto, la parola”. E spiega: “Un tempo viaggiavano le parole. Oggigiorno viaggiano le immagini, ma anche per questo ci rendiamo conto di quanto rimanga importante la parola. Quindi anche il racconto di immagini ha bisogno della spiegazione, dell’introduzione e della contestualizzazione delle parole”.
“Nell’attuale scenario mediale così rimodulato dalle tecnologie digitali – afferma Massimiliano Padula -, a ritornare centrale è proprio il ruolo dell’uomo, capace non solo di ascoltare ma anche di produrre contenuti”. Sempre di più, aggiunge, “sono infatti le esperienze di web radio nate ‘dal basso’ e fruibili da un semplice device mobile”.