«Le tecnologie non sono un ostacolo ma un aiuto a realizzare la nostra vera vocazione comunicativa: la prossimità ». Con queste parole di papa Francesco, monsignor Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali, ha aperto la relazione tenuta ai 270 insegnanti di religione della diocesi di Albano la scorsa domenica. L’itinerario proposto per poter entrare nel complicato mondo della Rete è stato il seguente: come farsi prossimi nella Rete, l’anima cristiana dei nuovi media, giovani Web ed educazione alla fede, apertura di nuovi scenari, uso positivo e sapiente del digitale per abitare da uomini e donne credenti la storia.
«Viviamo in un mondo misto – ha ricordato il relatore –, fatto di materiale e digitale, ma la vita è una, siamo noi che la rendiamo autentica o meno. Non diamo quindi, la colpa alla tecnologia, ma impegniamoci, invece, sul fronte della consapevolezza e responsabilità, bandendo inutili e dannosi atteggiamenti di determinismo ». I media, quindi, sono mezzi da usare consapevolmente di fronte ai quali dobbiamo interrogarci come adulti nella fede; mezzi non neutri, ma strumenti che cambiano il nostro modo di relazione.
Partendo dall’ascolto dei ragazzi, dai loro punti di vista, bisogni, desideri, «possiamo renderci conto che il Web non è quello delle paure degli adulti. Vivere è condividere e raccontarsi, e non può essere atteggiamento narcisistico; il fine è sempre l’incontro di persona». Per Pompili la relazione, anche grazie al Web, può divenire luogo di resistenza dell’umano, spazio attraverso cui comunicare, incontrare, farsi prossimo. Perchè nell’era digitale «la relazione passa dal contatto».