UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

La Tv “non è una scatola da riempire”

“Il mondo della televisione non è una scatola da riempire a piacimento” e, per entrarvi, la Chiesa “lo deve tener presente: come non va in terra di missione senza conoscere usi e costumi del popolo che incontra, così dev’essere per la tv”.
26 Giugno 2008

“Il mondo della televisione non è una scatola da riempire a piacimento” e, per entrarvi, la Chiesa “lo deve tener presente: come non va in terra di missione senza conoscere usi e costumi del popolo che incontra, così dev’essere per la tv”. È il pensiero di don Nazareno Marconi, docente di sacra scrittura all’Istituto teologico di Assisi, intervenuto oggi a Trevi (Perugia) per parlare di “Bibbia e mass media” all’interno della 58a Settimana nazionale di aggiornamento pastorale. P. Marconi ha parlato di “inculturazione del Vangelo” nel mondo televisivo, ripercorrendo l’esperienza vissuta a fianco di Ettore Bernabei nella realizzazione dei film sulla Bibbia. Un’idea nata dalla consapevolezza che “il mondo della produzione televisiva è sostanzialmente agnostico rispetto a un pubblico interessato agli argomenti di carattere religioso, come rilevò una ricerca pubblicata negli Stati Uniti ad inizio anni novanta”. Da qui “lo sforzo di un dialogo ecumenico e interreligioso” che ha visto coinvolti esegeti cristiani, ebrei e musulmani, e un’opera d’interpretazione “per far capire che la Bibbia non è un libro morto, ma vivo”. Alla fine sono stati prodotti 21 film, “ma nessuno ha preteso di fare un’opera definitiva, quanto piuttosto invitare ogni generazione a confrontarsi con le Scritture”.