UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

La Voce del Sudafrica

Con il Sir, un viaggio in sei tappe per scoprire persone e comunità che in tutto il mondo promuovono una “comunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro”, come indicato da Papa Francesco nel messaggio per la GMCS. Si parte con Radio Veritas, domenicani del Sudafrica...
27 Maggio 2014
Una nuova finestra del Sir, in preparazione alla 48ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, per dare spazio a sei esperienze attraverso le quali la Chiesa, le comunità ecclesiali e i singoli credenti in ogni parte del mondo promuovono una “comunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro”, come indicato da Papa Francesco nel messaggio per la Giornata.
Sono microstorie che danno la misura di un impegno diffuso. Perché, come spiega il Pontefice, “la cultura dell’incontro richiede che siamo disposti non soltanto a dare, ma anche a ricevere dagli altri. I media possono aiutarci in questo, particolarmente oggi, quando le reti della comunicazione umana hanno raggiunto sviluppi inauditi”. Ed è con questo spirito che iniziamo il nostro “viaggio”. Prima tappa: l’Africa. 

Una casa per le onde. È il luglio 1999 quando, in Sudafrica, si presenta - con lo slogan “Le buone notizie. Per cambiare” - l’emittente cattolica “Radio Veritas”. Sin dagli esordi, questa realtà manifesta la propria volontà di “essere al servizio degli interessi della propria comunità”. Non mancano, però, le difficoltà. Basta pensare alla lunga attesa (circa 11 anni) prima di “trovare una casa sulle onde radio e ottenere una licenza”. “Abbiamo aspettato tanto e cercato ogni mezzo possibile per andare in onda”, ricorda il direttore, padre Emil Blaser, sacerdote domenicano che dal 2000 si attiva per la causa, risolta solo nel settembre 2011. In dodici anni l’emittente promuove conferenze pubbliche, conduce ricerche di mercato online, bussa alle porte governative e degli organismi internazionali nel tentativo di ricevere la concessione per la messa in onda delle trasmissioni. Una difficoltà, questa, che “non ci ha fermati”, racconta il direttore. In quegli anni, infatti, “abbiamo trasmesso sul canale satellitare 170 e in streaming, grazie al nostro sito www.radioveritas.co.za”. Strumenti che la radio continua ancora a utilizzare. “Tale combinazione di media - spiega padre Blaser - permette all’emittente di raggiungere una sostanziale percentuale di cattolici e diventare uno strumento di comunicazione per il Paese”.

Nelle periferie esistenziali. Ambiziosi gli obiettivi di “Radio Veritas”: “Affrontare le questioni sociali del nostro tempo e del nostro tormentato Sudafrica e le problematiche cattoliche; fornire una ‘guida alla vita’ a beneficio degli ascoltatori; dare speranza e un orientamento agli ascoltatori; essere ben radicati nella fede cattolica; produrre trasmissioni nel dialetto locale; fornire contenuti pertinenti; produrre trasmissioni di qualità”. Su questi obiettivi l’emittente plasma il suo palinsesto, che va da programmi prettamente liturgici - come la Messa e l’Angelus - a spazi informativi, trasmissioni musicali e programmi nelle lingue locali. “Ci rivolgiamo - afferma il direttore - a tutte le persone interessate a una radio cattolica, alle persone di buona volontà”. Cercando di raggiungere anche “le periferie esistenziali”, come chiede Papa Francesco nel messaggio per la Giornata delle comunicazioni. “La sfida - sottolinea padre Blaser - consiste nel raggiungere coloro che non hanno accesso a Internet. E in Africa sono tanti. Per gli altri, facciamo un grande uso di mail e sms, incoraggiando le persone a interagire con noi e a pregare gli uni per gli altri. Stiamo studiando anche alcuni ritiri online”. Un modo, anche questo, dice il direttore citando il Pontefice, per essere presenti nelle “strade digitali, affollate di umanità, spesso ferita: uomini e donne che cercano una salvezza o una speranza”.

Servono buone notizie. “La Chiesa - riflette il domenicano - ha ricevuto il mandato di raggiungere tutti, donando parole di speranza e d’incoraggiamento. Noi c’impegniamo in questo, promuovendo programmi ad hoc, distribuendo citazioni dalla Sacra Scrittura e materiale che può essere fonte d’ispirazione sui social network, come Facebook e Twitter”. Ma ciò non basta, perché come chiede il Papa, “occorre che la connessione sia accompagnata dall’incontro vero”. Per questo, racconta il direttore, “nel nostro piccolo cerchiamo di organizzare incontri personali e cerimonie pubbliche, campeggi per giovani, pellegrinaggi, giornate di preghiera e trasmissioni dal vivo”. Sempre con il motto: “Unisciti a noi nel portare speranza a un mondo che implora solo questo”. Un impegno che “si traduce anche nella programmazione di un workshop, il 26 luglio, con tutti i media cattolici, per prepararsi alla Giornata della comunicazione che in Sudafrica è la prima domenica di settembre”. Sarà “una giornata di riflessione, ma non solo”, conclude padre Blaser, per “ricordare a tutti noi comunicatori che servono buone notizie per cambiare”.

(Vincenzo Corrado)