UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

L'annuncio in un “tweet”

Vi proponiamo una ricca pagina di Avvenire che indaga le molteplici applicazioni pastorali di Twitter: 140 caratteri possono essere sufficienti per suscitare curiosità, seminare stimoli, invitare all'approfondimento. Tra i contributi (in allegato) quello di Chiara Giaccardi e don Marco Sanavio.  
7 Febbraio 2012
Con 140 caratteri e uno «short link» si può comunicare «l’uscita del nuovo numero del giornalino parrocchiale», la prossima giornata diocesana di Avvenire e che «l’omelia del vescovo pronunciata domenica è online». Basta un «cinguettio», un tweet, e gli animatori della comunicazione e della cultura lanciano un avviso ai propri follower, cioè alle persone che seguono un account di Twitter che, secondo alcuni, darà filo da torcere a Facebook.
L’animatore della comunicazione e della cultura, però, al di là della concorrenza tra i diversi tipi di social network è chiamato a usarli con intelligenza nella consapevolezza che essi sono semplici strumenti, quindi amplificatori di un messaggio. Per questo è necessario conoscere il singolo strumento prima di usarlo, ma ancora di più è importante declinarlo alle esigenze del territorio e della sua comunità, tenendo conto dei destinatari. La regola insomma non è «esserci» ma «starci» con competenza. Tutti possono iscriversi a un social network ma starci è un’altra cosa.
L’obiettivo finale non è moltiplicare il numero di followers per il semplice gusto di averne più di altri utenti. Al contrario è il contenuto del messaggio che interessa. Si può annunciare il film che sarà proiettato nella sala della comunità o inviare un avviso con le date degli incontri promossi dal centro culturale, generando così un vero e proprio tam tam in Rete. Nei 140 caratteri spazi inclusi di un tweet è possibile linkare clip e video che rimandano su YouTube, foto che riportano gli utenti alla fotogallery del sito parrocchiale o diocesano, oppure verso altri social network come Facebook, Flickr, Anobii. Brevità, sinteticità e capacità di integrazione con le applicazioni del Web 2.0 è la caratteristica di Twitter, nato come progetto nel 2006 quando negli Usa Jack Dorsey alle 21.50 del 21 marzo pubblicò il primo tweet. La versione finale è stata lanciata e aperta al pubblico il 15 luglio 2006. Poi nel 2009 gli utilizzatori di Twitter sono stati anche francesi, italiani, tedeschi e spagnoli. In Italia si è diffuso tra il 2008 e il 2009. Nel mondo ecclesiale italiano Twitter è stato utilizzato per la prima volta in occasione del convegno nazionale «Testimoni digitali», organizzato dall’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei nel 2010. In quella occasione, uno degli animatori della comunicazione che aveva partecipato al corso Anicec, promosso dalla Fondazione comunicazione e cultura e dalla Pontificia università Lateranense, lanciò in tempo reale i primi tweet per tutta la durata del convegno. Un esempio virtuoso che registrò successivamente un incremento del numero dei profili attivati su Twitter di sacerdoti, religiosi e laici.
Una presenza su Internet nello spirito che da anni contraddistingue l’attività degli animatori della comunicazione e della cultura: fare rete per annunciare il Vangelo attraverso i mezzi della comunicazione sociale senza dimenticare l’importanza del dialogo con la gente che sarà fecondo se saprà articolare e usare codici e linguaggi della nuova cultura dei media, alla luce dell’antropologia cristiana e in sintonia con l’immagine patristica degli «intagliatori di sicomoro».