UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Le 25 primavere del Web

Il 12 marzo 1989 (venticinque anni fa) Tim Berners Lee, tutt’oggi sconosciuto ai più, mandò un memo ai suoi capi al Cern di Ginevra, dove lavorava come fisico. «Ho avuto un’idea. Si chiama World Wide Web». Gigio Rancilio, dalle colonne di Avvenire, ci aiuta a fare un po’ di “storia”…
12 Marzo 2014

La storia di Tim Berners Lee an­drebbe raccontata a scuola. Ruota attorno a una data significativa, il 12 marzo 1989. Venticinque anni fa. Quel giorno, il nostro protagonista (tutt’og­gi sconosciuto ai più) mandò un me­mo ai suoi capi al Cern di Ginevra, do­ve lavorava come fisico. «Ho avuto un’i­dea. Si chiama World Wide Web, cioè la rete del mondo. In una parola: il Web». Tim aveva 33 anni. Spiegò tutto, per fi­lo e per segno. E i suoi capi gli fecero subito capire che doveva volare basso, perché la sua idea non sarebbe mai sta­ta così universale. Peccato che quella di Tim fosse l’invenzione che ha rivo­luzionato la vita quotidiana di miliar­di di persone. Il Web, meglio precisarlo subito, non è Internet. Anche se le due cose vengo­no spesso confuse. Internet è la Rete dei computer, di tutti i computer – da quel­li usati per spedire la posta elettronica a quelli che interconnettono le filiali di un’azienda. Il Web, invece, è quel si­stema che ci permette di «navigare» sui siti internet.
Che Tim fu considerato dai suoi capi, se non pazzo, almeno un po’ esagera­to non deve stupirci. Quasi tutti gli in­ventori appaiono spesso un po’ folli. Non è nemmeno così strano che Tim non abbia subito capito che la sua idea sarebbe diventata una delle scoperte in grado di rivoluzionare il mondo, qua­si quanto l’invenzione della stampa. La vera sorpresa è che questo giovane fisico (con il Cern) decise di regalare, nel 1991, la sua scoperta all’umanità.
D’accordo, allora la tecnologia non e­ra così ricca come lo è oggi. Ma la scel­ta di Berners Lee era comunque cla­morosa. Rinunciare a diventare mi­liardario, per aiutare l’umanità a co­municare. «Perché – come ha spiega­to – se una persona ha una mezza buo­na idea e l’altra metà sta nella testa di un altro, il Web è il connettore che per­mette alle due metà del cerchio di u­nirsi ». Venticinque anni dopo sappiamo che non tutto è esattamente così. Che sul Web circolano tante mezze buone i­dee che si uniscono ma anche tante pessime idee. E Tim? Oggi, dopo 25 an­ni, inventa ancora. A chi gli chiede se rimpiange di non essere diventato stra­ricco, risponde: «Il denaro è impor­tante, ma non è tutto. La vera battaglia, da tempo, è tra chi vuole far progredi­re l’umanità e chi vuole far soldi».