UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Le “connessioni pericolose” e il rischio “grooming”

Oggi è il “Safer Internet Day”, la giornata per la sicurezza dei bambini in Internet, istituita dalla Commissione europea e Insafe (la rete europea per la sicurezza in Internet) e giunta quest’anno alla sua sesta edizione. L’appuntamento ha coinvolto diverse realtà del settore che hanno organizzato alcuni incontri.
11 Febbraio 2009

Oggi è il “Safer Internet Day”, la giornata per la sicurezza dei bambini in Internet, istituita dalla Commissione europea e Insafe (la rete europea per la sicurezza in Internet) e giunta quest’anno alla sua sesta edizione. L’appuntamento ha coinvolto diverse realtà del settore che hanno organizzato alcuni incontri. Tra questi, un convegno che si è svolto oggi a Roma su “Le connessioni pericolose. Gioventù digitale e social networking: potenzialità e limiti” su iniziativa della Commissione Parlamentare per l'Infanzia. “La giornata di oggi – ha detto il presidente di Telefono Azzurro Ernesto Caffo – è un’occasione per affrontare insieme l’impegno della tutela dei minori anche all’interno del mondo virtuale”. Se da un lato i giovanissimi dimostrano una particolare propensione per le varie sollecitazioni offerte dalla Rete, questa stessa sensibilità li rende maggiormente esposti a gravi rischi. “Occorre dar vita ad azioni concrete tese a perseguire i crimini commessi in rete e contemporaneamente avviare iniziative per informare i giovani - ha aggiunto Caffo -. Per raggiungere questi obiettivi è necessario lavorare insieme e noi ci impegniamo a mettere la nostra competenza a disposizione di istituzioni e aziende del settore”. 
Ma se per i giovani la propensione all’utilizzo di computer e videogiochi è pressoché innata, i genitori hanno spesso una conoscenza nulla o superficiale delle nuove tecnologie. “In Internet – ha affermato il presidente dell’Eurispes Gian Maria Fara – i giovani trovano spesso uno spazio a prova di adulto. Una zona franca, all’interno delle mura domestiche, il cui accesso ai genitori è spesso precluso”. Il minore si trova quindi solo davanti al pc ed esposto a gravi rischi come il “grooming”, una particolare forma di adescamento online, con pedofili che si fingono coetanei e creano con un rapporto di fiducia che poi sfocia nell’incontro di persona. “Anche i minori che non si connettono alla Rete sono però a rischio – ha messo in guardia Diego Buso, capo della Divisione investigativa della polizia postale – poiché spesso il pedofilo estorce i loro dati personali ad amici o compagni di scuola”.