UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Le grandi televisioni
non rispettano i piccoli

Per il Comitato Tv e minori nel 2010 le violazioni sono cresciute del 60%. Il presidente Mugerli denuncia: «Chi fa programmi si scorda sempre più spesso che davanti allo schermo ci sono i bambini. Sky addirittura non ha mai firmato il codice di autoregolamentazione».
16 Marzo 2011
La tv si scorda sempre più spes­so che davanti allo schermo ci sono i bambini. Tanto che nel 2010 sono aumentate del 60% ri­spetto all’anno precedente le viola­zioni al Codice di autoregolamenta­zione media e minori. E addirittura del 150% rispetto al 2008. «Un se­gnale allarmante che non può esse­re sottovalutato e che deve far riflet­tere, solo in parte riconducibile al­l’aumentata offerta televisiva» col passaggio al digitale terrestre. Per­ché, al di là dei nuovi canali, l’incre­mento delle violazioni è stato «si­gnificativo anche nella programma­zione delle emittenti generaliste di Mediaset e Rai». L’allarme è del Co­mitato media e minori, nel consun­tivo della sua attività annuale. Che segnala due falle nel sistema. Sky, che da sola si assolve dall’osservan­za del codice. Ma soprattutto Inter­net, su cui non c’è alcun controllo, come ricorda la presidente della Commissione parlamentare per l’in­fanzia Alessandra Mussolini.
Sotto la lente del Co­mitato media e mi­nori, nel 2010 sono finiti soprattutto i film vietati ai minori di 14 anni mandati in onda in orari non consentiti, ma anche gli apparentemente innocenti program­mi di infotainment , l’informazione intrattenimento, che spettacolarizzano casi di cronaca nera, come gli omicidi di Sarah e Ya­ra. Nel consuntivo 2010 dunque i ca­si considerati sono stati 320, contro i 264 del 2009, e le violazioni accer­tate sono state 72, contro le 46 del 2009. La Rai ha ricevuto 19 risolu­zioni (erano state 14 nel 2009), Me­diaset 23 (dalle 7 del 2009), una ri­soluzione per La7 (come nel 2009), 17 per Sky (nessuna nel 2009), 7 ad altre emittenti satellitari (20 nel 2009) e 5 ad altre emittenti.
La maggior parte delle violazioni è rappresentata da programmi tra­smessi in orario di televisione per tutti (dalle 7 alle 22.30) o addirittu­ra in fascia protetta (dalle 16 alle 19), che contengono immagini, conte­nuti o un linguaggio inadatto alla vi­sione dei bambini. La metà riguar­dano film e telefilm, spesso vietati ai minori di 14 anni. Subito dopo ven­gono i programmi di infotainment, in particolare i contenitori pomeri­diani di Rai e Mediaset, con 18 san­zioni.
L’attività del Comitato ha riguarda­to anche servizi giornalistici tra­smessi in fascia protetta, in partico­lare quelli di Studio Aperto e Tgcom, oltre che cartoni animati destinati ad un pubblico adulto e mandati in onda in orari non consentiti. Nel mi­rino anche i reality , come Amici , che prevedevano finestre in fascia pro­tetta. In lieve aumento anche le se­gnalazioni preliminari inviate al­l’Autorità per le garanzie nelle co­municazioni (25 nel 2010, erano sta­te 23 nel 2009) per trasmissioni 'a luci rosse' nella programmazione notturna di emittenti locali.
«La situazione desta sicuramente al­larme », spiega il presidente del Co­mitato, Franco Mugerli. «Aumenta l’offerta televisiva e aumentano an­che le violazioni. Le emittenti devono te­nere sempre in con­siderazione il codi­ce ed è fondamenta­le l’opera di educa­zione. Non si posso­no proporre senza la dovuta attenzione drammi come quel­li di Sarah e Yara». Mugerli sottolinea anche il problema del «contenzioso con Sky». L’emit­tente di Murdoch infatti «continua a dichiararsi non soggetta al Codice in quanto non lo ha sottoscritto». Il Co­mitato sollecita inoltre il Ministero dello Sviluppo Economico e il Par­lamento a definire un nuovo sistema di tutela dei minori, esteso anche ai nuovi media. È della presidente del­la Commissione parlamentare per l’infanzia Alessandra Mussolini infi­ne l’idea di «un tg per le famiglie da mandare in onda la domenica».