UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Le tv del mondo,
unite contro la povertà

Why Poverty? è il pro­getto cross-mediale internazionale che vede il coinvolgimento, per l’Italia, di Rai Educational. Ot­to i documentari che Rai Storia trasmetterà, in contem­poranea televisiva con altri 70 network in tutto il mondo (fra cui Abc, Bbc, Al Jazeera, Arte, Pbe e Zdf), a partire da domenica 25 novembre.
23 Novembre 2012
È 'responsabilità' la parola su cui insi­ste il ministro per la Cooperazione In­ternazionale e l’Integrazione Andrea Riccardi, commentando Why Poverty? , il pro­getto cross-mediale internazionale, nato per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della povertà che vede il coinvolgimento in esclusiva, per l’Italia, di Rai Educational. Ot­to i documentari che fanno parte del pro­getto che Rai Storia trasmetterà, in contem­poranea televisiva con altri 70 network in tutto il mondo (fra cui Abc, Bbc, Al Jazeera, Arte, Pbe e Zdf), a partire da domenica 25 novembre, giornata che il canale dedicherà interamente al tema della povertà con l’in­tervento dello stes­so Riccardi. Che spiega: «Why Po­verty? vuole mettere la gente di fronte al­le sue responsabi­­lità: non ci dice cosa fare ma certe cose o si vedono o non si vedono, poi ciascu­no fa le sue scelte in piena libertà. Why Poverty? ha una fun­zione dirompente dal punto di vista politico, culturale e peda­gogico » perché «per parlare di povertà i nu­meri non bastano, non è sufficiente sapere che ci sono più di novecento milioni di po­veri nel mondo, servono le immagini. Perché il povero cambia sempre volto e va ricono­sciuto. Gesù nel Vangelo, dice: 'I poveri li a­vrete sempre con voi' non perché è rasse­gnato, ma per dirci che i poveri vanno indi­viduati, bisogna fermarcisi davanti».
Il progetto Why Poverty?, che in Italia venne anticipato dalla Bbc durante la scorsa edi­zione di Ids-Italian Doc Screeneings, per rag­giungere più persone possibile, si estenderà anche su piattaforme mobili, internet e so­cial media, con una platea stimata di oltre 500 milioni di spettatori: «Sulla rete, al sito www.raistoria.rai.it, sono già disponibili die­ci cortometraggi dedicati al tema della po­vertà » anticipa il direttore di Rai Educational Silvia Calandrelli, puntualizzando che «non si tratta di una raccolta fondi né di un rac­conto di punti di vista. Why Poverty? vuole offrire conoscenza e spunti di riflessione». I­nevitabile a questo punto, anche alla luce del plauso all’iniziativa di Rai Educational del direttore generale della Rai Luigi Gubi­tosi («È una bellissima iniziativa. La Rai de­ve passare dal reality alla realtà e questa, pur­troppo, è la realtà. Per noi è motivo di orgo­glio far parte di questo progetto per far co­noscere una condizione, la povertà, in cui sono scivolate anche persone del mondo a­vanzato »), chiedersi come mai la responsa­bilità di Why Poverty? la Rai non se la sia pre­sa fino in fondo trasmettendo i documenta­ri su una rete generalista, con una platea di gran lunga più vasta di una rete tematica co­me Rai Storia. A rispondere è la Calandrelli: «È stata una scelta specifica di noi di Rai E­ducational. Tenevo molto a Why Poverty? perché per Rai Storia si tratta di qualcosa in più della semplice trasmissione di docu­mentari, ci sembra giusto essere presenti su questi temi sempre, non solo nelle emer­genze. E, poiché il nostro obiettivo sono so­prattutto le nuove generazioni, abbiamo messo in campo la rete che è il mezzo con cui raggiungerle». Pronto l’intervento di Lui­gi Bizzarri, responsabile de La Grande Storia di Raitre, che si dice disposto ad ospitare i documentari di Why Poverty?.