Con i numeri, per il momento, basta così. Dicono molto, ripetiamolo, ma non tutto, specie in un momento come l’attuale, caratterizzato da una
turbinosa, e non di rado contraddittoria, trasformazione dell’esperienza della lettura, fra tablet, e-reader, frammentazione digitale dei testi e resistenza – straordinaria, affermano alcuni; largamente prevedibile, ribatte chi meglio conosce le vicende dell’editoria – del libro nella sua forma tradizionale e tradizionalmente cartacea. Tutto questo, probabilmente, non è misurabile, né può essere riprodotto con modelli matematici l’effettivo impatto che un libro riesce a ottenere sulle mentalità, sugli immaginari, sui convincimenti. Esistono i best seller, certo, e i best seller raccontano sempre qualcosa della società in cui si diffondono. Ma c’è una storia misteriosa, pressoché impossibile da quantificare, che riguarda il rapporto tra il singolo libro e il singolo lettore. È lì che avvengono le rivoluzioni, è lì che si radicano opinioni e si delineano progetti.Di libri, in questa prospettiva, non ne servono molti. Il Salone del 2011 si svolge nell’anno in cui l’Italia si è finalmente soffermata a ragionare sulla propria identità. Che è più antica e più
complessa della pur significativa ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità. Se torniamo alle origini della nostra letteratura, troviamo due poetilettori molto diversi tra loro: Dante, la cui biblioteca di riferimento rischia di apparire modesta rispetto ai parametri correnti, e Petrarca, che è invece il modello dello scrittore erudito, cacciatore instancabile di testi, curioso di tutto e su tutto scrupoloso. L’autore della 'Commedia' leggeva di meno, ma assimilava i testi con una profondità assoluta. La stessa che il poeta del 'Canzoniere', dal canto suo, riservava a un numero abbastanza ristretto di opere, prime fra tutte quelle dell’amatissimo Agostino.In questo senso dall’Istat potrebbe veramente esserci arrivata una buona notizia. Crescono i lettori di un solo libro? Bene, basta che quell’unico libro sia il libro giusto. Per scoprirlo c’è un solo modo: provare a leggerlo. Se per caso fosse il titolo sbagliato, si può sempre ritentare a distanza di un anno.
O magari un po’ prima. Di sicuro ad avvantaggiarsene non sarebbero solo le statistiche.