UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Liberi dal potere dei media

Anche quest'anno il Santo Padre si è recato al Seminario Romano Maggiore per la Festa della Madonna della Fiducia ed ha tenuto una breve lectio divina di fronte a circa 190 seminaristi e ai loro formatori. Molto interessante, tra le altre cose, il riferimento al "potere dell'opinione pubblica"  e al non conformismo cui i cristiani sono chiamati.
16 Febbraio 2012
«Anche oggi si parla molto della Chiesa di Roma, e preghiamo per­ché si parli non di tante co­se ma della fede della Chie­sa di Roma». Basta una fra­se, questa frase, a Benedet­to XVI, per dire la sua sulle polemiche di stampa che nelle ultime settimane han­no investito la Curia di Ro­ma. Una frase nel suo stile, non per polemizzare a sua volta, ma per andare oltre.
Un breve accenno, quello del Papa, nella lectio divina tenuta la sera di mercoledì 15 febbraio nella con­sueta visita al Seminario Ro­mano Maggiore in occasio­ne alla Festa della Madonna della Fiducia, dov’è stato ac­colto dal cardinale vicario di Roma Agostino Vallini, dal rettore monsignor Concet­to Occhipinti, dai vescovi ausiliari e da circa 190 se­minaristi dei Seminari dio­cesani (Romano Maggiore e Minore, Almo Collegio Ca­pranica, Collegio 'Redemp­toris mater', Seminario del­la Madonna del Divino A­more) accompagnati dai lo­ro superiori. Benedetto XVI ha preso spunto per la sua riflessione dalla Lettera ai Romani di San Paolo, nella quale, ha detto rivolgendosi «ai miei seminaristi» – così li ha de­finiti – l’apostolo delle genti «parla ai romani di tutti i tempi, e quindi anche a noi». «Vedendo voi in cam­mino verso il sacerdozio – ha detto – vedo la Chiesa di domani, la Chiesa che vive sempre» in un mondo, ha sottolineato, rispetto al qua­le il cristiano si deve pro­porre con il suo non-confor­mismo. «Questo – ha anco­ra osservato – non significa fuggire dal mondo, anzi è vero il contrario, perché lo vogliamo trasformare». Si­gnifica, piuttosto, non u­niformarsi «al conformismo del possedere e dell’appari­re », così da poter essere «ve­ramente liberi e non assog­gettati ai conformismo».
Noi, ha quindi aggiunto, ve­diamo spesso come il «po­tere del male» si manifesta in molti modi, e ha portato l’esempio di come esso «og­gi è in due grandi poteri che di per sé sono ambedue u­tili, ma facilmente abusabi­li: il potere della finanza e il potere dei media. Ambedue necessari, utili – ha insistito – ma talmente abusabili che spesso diventano il contra­rio delle loro intenzioni ve­re ». Infatti, ha messo in eviden­za papa Ratzinger, «vedia­mo come il mondo della fi­nanza può dominare sul­l’uomo. L’avere e l’apparire dominano il mondo e lo schiavizzano». Secondo il Pontefice, «il mondo della finanza non è più uno stru­mento per favorire il benes­sere, per favorire la vita del­l’uomo, ma che diventa un potere che lo opprime, co­me adorare in 'mammona' la divinità falsa che domina il mondo». E di nuovo, allo­ra, l’invito a «non essere conformisti», a «non sotto­mettersi » a questo potere, a «usarlo invece come un mezzo».
Quanto al «potere dell’opi­nione pubblica», per Bene­detto XVI «c’è un gran biso­gno di informazio­ne, di cono­scenza del­la realtà del mondo, ma c’è un pote­re dell’ap­parenza che alla fine conta più della realtà stessa. Un’appa­renza – ha proseguito – che si sovrap­pone alla realtà stessa, di­venta più importante, men­tre l’uomo non segue più la verità ma vuole soprattutto apparire». Anche contro questo «esiste un non conformismo cristiano», perché noi, ha concluso, «vogliamo non l’apparenza ma la verità, e questo ci dà la vera libertà».