L’Osservatore Romano compie 150 anni e Benedetto XVI lo festeggia con una lunga lettera gratulatoria indirizzata 'all’Illustrissimo Signore Prof. Giovanni Maria Vian' che lo stesso pontefice ha chiamato a guidare il 'suo' quotidiano il 29 settembre 2007. Il messaggio pontificio, che porta la data del 24 giugno, solennità della Natività di San Giovanni Battista, è stato reso noto ieri dalla Sala Stampa vaticana e pubblicato con giustificato risalto nella prima pagina del 'foglio' vaticano sotto il significativo titolo «Un servizio alla verità e alla giustizia».
Nella missiva viene ricostruita rapidamente ed efficacemente la lunga storia del «quotidiano del Papa» (definito «quotidiano singolarissimo per le sue caratteristiche uniche »), dagli esordi nel 1861, «in un contesto difficile e decisivo per il Papato», alle innovazioni apportate negli ultimi anni, come la versione in lingua malayalam pubblicata dal 2008 in India, la prima in caratteri non latini, o la diffusione sostenuta da abbonamenti con altre testate in Spagna, in Italia e in Portogallo, o la presenza «sempre più efficace» in internet. Ma Benedetto XVI non si ferma alla storia e offre, quasi con stile giornalistico, un ritratto elogiativo dell’ Osservatore Romano di oggi. Scrive il Papa: «In questo tempo – segnato spesso dalla mancanza di punti di riferimento e dalla rimozione di Dio dall’orizzonte di molte società, anche di antica tradizione cristiana – il quotidiano della Santa Sede si presenta come un 'giornale di idee', come un organo di formazione e non solo di informazione». «Perciò – aggiunge – deve sapere mantenere fedelmente il compito svolto in questo secolo e mezzo, con attenzione anche all’Oriente cristiano, all’irreversibile impegno ecumenico delle diverse Chiese e Comunità ecclesiali, alla ricerca costante di amicizia e collaborazione con l’Ebraismo e con le altre religioni, al dibattito e al confronto culturale, alla voce delle donne, ai temi bioetici che pongono questioni per tutti decisive». Il Papa sostiene l’apertura del quotidiano vaticano al 'genio femminile'. E precisa: «Continuando l’apertura a nuove firme – tra cui quelle di un numero crescente di collaboratrici – e accentuando la dimensione e il respiro internazionali presenti sin dalle origini del quotidiano, dopo centocinquant’anni di una storia di cui può andare orgoglioso,
L’Osservatore Romano sa così esprimere la cordiale amicizia della Santa Sede per l’umanità del nostro tempo, in difesa della persona umana creata a immagine e somiglianza di Dio e redenta da Cristo».