UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

L'UCSI riflette sull'informazione politica

Mercoledì 10 aprile l’Osservatorio di Mediaetica dell’Unione Cattolica della Stampa Italiana ha aperto le sue attività pubbliche affrontando il tema più critico dei rapporti tra il sistema dei media e il Paese. Quali responsabilità dei comunicatori di fronte alla profonda sfiducia degli italiani verso la politica? Ecco il resoconto dei lavori curato dal Sir.
10 Aprile 2013
L’Osservatorio di Mediaetica dell’UCSI apre le sue attività pubbliche affrontando il tema più critico dei rapporti tra il sistema dei media e il Paese. L’incontro aspira a rilanciare il dibattito sulle pratiche dei giornalisti e degli altri professionisti dell’informazione riguardo alla politica: quanta autonomia, quanta competenza trovano applicazione nel modo di raccontare la politica dei telegiornali, dei quotidiani, dei blog? Soprattutto, hanno forse qualche responsabilità anche i comunicatori di fronte alla profonda sfiducia degli italiani verso la politica?

 
 
 
 
Per Andrea Melodia è "l'urgenza delle urgenze"...
“Un gruppo di lavoro aperto nel quale confrontarsi sulle scelte del percorso” e, successivamente, un approfondimento affidato a ricercatori universitari di “alcuni temi specifici delle professioni, ben sapendo che nulla si risolve nella sola ricerca, ma che senza cultura nulla può essere migliorato”. Così Andrea Melodia, presidente nazionale dell’Ucsi (Unione cattolica della stampa italiana), ha presentato questa mattina a Roma l’Osservatorio di Mediaetica voluto dall’associazione, nel corso di un incontro pubblico su “L’informazione politica”. “La necessità di riflettere sull’etica dei media e della professione giornalistica, come di quelle professioni di comunicatori che anche in assenza d’iscrizione all’Ordine agiscono nel mondo dell’informazione, è una vecchia proposta dell’Ucsi - ha ricordato Melodia -, risale agli anni Novanta e ha tratto ispirazione soprattutto da Giancarlo Zizola e Paolo Scandaletti. Però non è mai sfociata in un’attività concreta”, fino all’attuale “work in progress” che si propone di fornire “non giudizi ma riflessioni”. Soffermandosi sul tema dell’incontro il presidente dell’Ucsi ha definito l’informazione politica “l’urgenza delle urgenze, vista la piega che sta prendendo la situazione politica”, ponendo come priorità il “ridare senso alla comunicazione di servizio pubblico, con l’idea, in particolare, che l’informazione è sempre un servizio ai cittadini”.
Melodia ha quindi declinato alcuni “temi specifici per l’informazione politica”, a partire dall’“agenda setting”. “Mi pare fuori dubbio - ha osservato - l’esistenza di un circolo vizioso, per esempio, tra i grandi quotidiani del mattino e i telegiornali della sera nel fare i titoli, in particolare d’informazione politica; e questo circolo vizioso alimenta ormai i social network. Troppo spesso accade che un’ipotesi, un’intuizione interpretativa più o meno originale e legittima diventi il fulcro verso il quale tutti convergono. Prevale la paura di bucare un’informazione anche davanti a quello che informazione non è, ma solo ipotesi”. In secondo luogo la richiesta di porre “domande vere” ai politici e valorizzare “il commento più che il pastone”; quindi “riportare, almeno in televisione, il confronto politico in condizioni di gestione più rigorosa”, sottraendolo alle logiche dell’audience; lasciare l’informazione politica “fuori dall’infotainment”; “tenere molto distinte le immagini pubbliche di chi fa politica rispetto a quelle di altre funzioni di pubblico interesse” come i giornalisti; richiamare “all’etica della responsabilità” nel far rispettare le norme deontologiche esistenti; infine “colpire le distorsioni più evidenti della pratica professionale”. (www.agensir.it)
 
La tavola rotonda: "Spezzare il circolo vizioso"
“Spezzare il circolo vizioso dell’autoreferenzialità dell’informazione politica” per promuovere “un racconto di essa più equilibrato”. È la richiesta che ha fatto da filo conduttore ai diversi interventi all’incontro sull’informazione politica, organizzato oggi a Roma dall’Osservatorio di mediaetica dell’Ucsi (Unione cattolica della stampa italiana). Una richiesta “sottoscritta”, in modo particolare, dai tre direttori di testate presenti: Marco Tarquinio (“Avvenire”), Monica Maggioni (“Rai News24”) e Alessandro Barbano (“Il Mattino”). Per Tarquinio, “occorre riflettere attentamente su ciò che sta accadendo”, perché “correggere le storture dell’informazione” e “fare un giornalismo diverso si può”. Secondo il direttore di “Avvenire”, “non è vero che c’è richiesta d’informazione al ribasso” da parte della gente. Il problema è “aiutare a capire cosa c’è dietro i fatti che avvengono”. Da qui l’invito ai giornalisti a “non stare su una posizione difensiva” e a “dimostrare la forza che può esercitare il nostro ruolo”. Magari “raccontando come finiscono le storie. Pensiamo, ad esempio, al caso dell’Ilva cui oggi ‘Avvenire’ dedica la prima pagina. Ma quanti hanno aperto oggi con la notizia che la Corte Costituzionale ha giudicato infondate le questioni d’illegittimità sollevate dai giudici di Taranto circa il decreto ‘salva-Ilva’. Eppure anche questa è una questione politica”.
“Quanto facciamo i narratori di storie nell’informazione politica?”. Secondo Maggioni, occorre partire da questo “focus” per riflettere su come la “politica viene oggi raccontata”. Spesso, infatti, “ci accontentiamo di essere attraversati dalle storie” senza lo sforzo di “raccontare e verificare ciò che i politici propongono”. Soffermandosi sulle notizie reperibili on line, per il direttore di “Rai News24” questo non farà sparire “il ruolo del giornalista” che, anzi, “servirà sempre di più anche nel sistema liquido della Rete: anche qui c’è bisogno di verificare, selezionare, gerarchizzare le notizie”, anche qui “dovrà esserci il ruolo del narratore come punto di riferimento”. La questione fondamentale per i giornalisti oggi, ha concluso Maggioni, è che “bisogna essere credibili” perché “è sulla partita della credibilità che si gioca il nostro ruolo”. Due le proposte avanzate da Alessandro Barbano (“Il Mattino”): “Spezzare tutti insieme l’attuale circuito vizioso dell’informazione politica” e “costruire un sapere giornalistico”, puntando quindi a una maggiore formazione. Esigenza, questa, sottolineata anche da Franco Siddi, segretario della Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi): “È necessaria un’informazione professionale, buona, qualificata. Un’informazione alta è motore di sviluppo anche per una politica alta”.  (www.agensir.it)