La diocesi di Macerata Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia lo scorso fine settimana ha messo in cantiere una serie di iniziative sul fronte della comunicazione. Dopo il convegno internazionale di studi 'Scienza, ragione e fede: il genio di padre Matteo Ricci', che ha visto la presenza di numerosi studiosi sulla figura e l’opera di un gigante nella fede qual è stato il gesuita maceratese, la domenica è stata contrassegnata da due novità. La prima ha visto protagonista il settimanale Emmaus che oggi può contare su 24 pagine tutte a colori. Un sogno, questo, accarezzato da tempo e che domenica si è fatto realtà. La seconda è stata la Giornata di Avvenire. Due eventi all’apparenza distanti ma nella realtà due modi di comunicare e di esprimere la passione per l’uomo, il territorio dove egli vive la quotidianità e la Chiesa quale espressione credibile della sua fede. L’iniziativa è stata accompagnata da una lettera che l’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali ha indirizzato ai parroci per sottolineare l’importanza di «avvicinare Avvenire alla nostra gente perché sia occasione di lettura e di confronto dal quale possano scaturire idee e progetti da condividere e da realizzare, per il bene delle persone che ci sono state affidate nel percorso di avvicinamento al mistero del Figlio di Dio incarnato nel Cristo».
Un giornale prima di essere un pezzo di carta stampata è vita, idealità, voglia di essere e di capire le cose che accadono. In altre parole è amore che come tale è contrassegnato dalla passione nelle sue due facce: quella della fatica di comprendere e di essere compresi e quella della gioia del dono gratuito di sé. La carità assume in specifico il volto della diaconia culturale capace di creare attorno a sé opinione, interesse, dibattito. Questo è il senso della Giornata vissuta domenica scorsa.
