UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Marche, il vaticanista del Tg1 Fabio Zavattaro riflette sui media

Il vaticanista del Tg1 Fabio Zavattaro commenta nell’intervista rilasciata a Paola Olmi del settimanale d’opinione Emmaus della diocesi di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia il messaggio del Papa in occasione della Giornata per le Comunicazioni sociali che si celebrerà il 4 maggio prossimo.
11 Febbraio 2008

Il vaticanista del Tg1  Fabio Zavattaro commenta nell’intervista rilasciata a Paola Olmi del settimanale d’opinione Emmaus della diocesi di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia il messaggio del Papa in occasione della Giornata  per le Comunicazioni sociali che si celebrerà il 4 maggio prossimo.

La televisione oggi, più che altri mezzi di comunicazione, può  produrre schiavitù in quanto impone l’informazione più che proporla;  è d’accordo. Qual è l’alternativa a questo modo di fare televisione?

Non parlerei proprio di schiavitù ma è indubbio che nel mondo della  comunicazione vige quasi una regola non scritta che è quella della  prepotenza: è difficile resistere alle lusinghe, ai condizionamenti  dei media. La comunicazione avviene attraverso un processo che è fortemente dominato da elementi di natura tecnica e da strutture di tipo industriale nel quale la libertà di chi comunica è enorme, mentre quella di chi riceve i messaggi è spesso modestissima e tende ad annullarsi. Comunicazione orientata è anche la pubblicità, che tende a rafforzare o a creare nei destinatari, atteggiamenti capaci di risolversi in decisioni di acquisto di beni o di uso dei servizi. Si tratta di capire che la vera comunicazione non scaturisce automaticamente dalle maggiori disponibilità strumentali, ma deriva dalla capacità dei singoli fruitori di rispondere ai messaggi della comunicazione di massa in piena autonomia mentale e morale, vincendo la tendenza alla passività, alla accettazione acritica, all’uso consolatorio delle parole, delle immagini, dei suoni, o alla ricerca delle sensazioni offerte dalla spettacolarità e dalla straordinarietà.

I media alcune volte sono utilizzati per creare eventi. Quale dovrebbe essere il ruolo dell’info-etica e come si potrebbe promuovere questa nuova area di riflessione?

Uso una immagine, quella di Mosè che riceve la parola del Signore e deve portarla al suo popolo. Ricordate quel dialogo:”Signore – dice Mosè – io non sono un buon parlatore…sono impacciato di bocca e di lingua”. Il Signore rispose: “Non vi è forse il tuo fratello Aronne, il levita? Lui sa parlare bene…tu gli parlerai e metterai sulla sua bocca le parole da dire e io sarò con te e con lui mentre parlate”. Così Aronne “parlò al popolo riferendo tutte le parole che il Signore aveva dette a Mosè, e compì i segni davanti agli occhi del popolo”. Aronne, se vogliamo, può essere annoverato nella grande schiera dei giornalisti: ha ricevuto la notizia, l’ha raccontata e illustrata senza inventare 
nulla, senza titoli gridati, come capita nei nostri giorni. Ecco la strada da percorrere: raccontare gli eventi, offrendo il massimo delle informazioni possibili e garantendo al contempo una visione 
obiettiva della vicenda. L’info-etica è proprio questo contribuire a far conoscere la verità sull’uomo, difendendola – come scrive Papa Benedetto nel messaggio per la Giornata delle Comunicazioni sociali 2008 – davanti a coloro che tendono a negarla o a distruggerla. Si può dire, scrive ancora il Papa, che la ricerca e la presentazione della verità sull’uomo costituiscono la vocazione più alta della  comunicazione sociale.

Le nuove tecnologie sono di enorme utilità e di enorme pericolo se usate in modo non nobile. Gli educatori hanno ormai tutti gli strumenti per indirizzare a un corretto uso delle nuove tecnologie?

Quanto più le nuove tecnologie sono usate nel sistema massmediale, tanto più l’informazione diventa un nuovo potere strutturale e pervasivo, che moltiplica in modo esponenziale opportunità e  pericoli: può diventare uno specchio che nasconde interi pezzi di realtà; può trasformarsi in un pericoloso fattore di distorsione; può addirittura arrivare a riflettere unicamente se stesso, fonte, 
dunque, di fuorvianti illusioni ottiche. Ma senza l’apporto di questi  mezzi di comunicazione sarebbe veramente difficile favorire e migliorare la comprensione tra le nazioni, garantire all’uomo il bene primario dell’informazione, assicurando la libera circolazione del  pensiero in ordine soprattutto alla solidarietà e alla giustizia sociale.