UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

“Mash-up”: e ognuno si fa il suo palinsesto

Se il web 2.0 e i social network hanno rivoluzionato il mondo della comunicazione, i dispositivi mobile come i palmari, gli smartphone e i tablet delineano scenari nuovi anche per l’informazione giornalistica.
21 Gennaio 2011
Se il web 2.0 e i social network hanno rivoluzionato il mondo della comunicazione, i dispositivi mobile come i palmari, gli smartphone e i tablet delineano scenari nuovi anche per l’informazione giornalistica. Da un lato, complice la diffusione dell’iPad della Apple e delle altre 'tavolette digitali' concorrenti, si assisterà a una graduale metamorfosi nelle modalità di confezionamento delle news, dall’altro a una modifica delle abitudini nella fruizione delle notizie da parte degli utenti.
Analisti, guru ed esperti dicono che il 2011 sarà l’anno del 'mash-up', termine che deriva dal creolo giamaicano e che letteralmente significa «distruggere». Applicandolo alla 'cucina' giornalistica potrebbe essere ridefinito meglio con il significato di 'scomporre' per poi ricomporre automaticamente. Questa tecnica è già in uso nella post­produzione: fare 'mash-up' indica un tipo di brano musicale composto interamente da parti di altri brani. In ambito audiovisivo, invece, vuol dire un filmato costruito o editato in audio o video con parti di altri filmati. In informatica è un sito di tipo ibrido, cioè uno spazio web che mette insieme in modo dinamico informazioni o contenuti provenienti da più fonti. Un concetto, questo, alla base dei così detti 'aggregatori' ossia siti internet che si richiamano all’oramai famoso statunitense «Huffington Post».
Grazie all’utilizzo di un software o di una applicazione web è possibile raccogliere contenuti come titoli di notiziari, blog, podcast e video in un'unica piattaforma multimediale dall’interfaccia grafica gradevole e facile da navigare. Gli 'aggregatori' aiutano giornalisti e redattori, ma anche utenti non professionisti che generano contenuti sul web, a pubblicare un sito internet dove convergono numerose informazioni di qualsiasi tipo, e allo stesso tempo forniscono agli utenti­fruitori la possibilità di crearsi un 'notiziario personale'. Il concetto di convergenza cooperativa dei media e dell’informazione su un’unica piattaforma multimediale e mobile è una conseguenza del 'mash-up' tra vecchi (giornali, tv e radio) e nuovi media (social network, blog, e-zine) e determinerà la possibilità per la persona-utente di leggere il giornale mentre ascolta la radio o di guarda un Tg e 'costruirsi' nel frattempo una propria rassegna stampa, un personale palinsesto, una play list di film, musiche e fotografie dal proprio dispositivo mobile sempre connesso. Più l’innovazione tecnologica inciderà sul modo di confezionare le news, maggiore sarà l’impegno del redattore, dell’inviato, del corrispondente e del collaboratore a selezionare per i lettori, i telespettatori, i navigatori le notizie nell’affascinante ambiente dell’informazione 'mixata' sul web. Nel 2006 Ryszard Kapuscinski in un articolo dal titolo «Il tessitore di voci», commentando l’immediatezza generata dalla rivoluzione elettronica e digitale, avvertiva la necessità di 'controllare questo desiderio illusorio di trasmettere tutto, anche perché non è né possibile né necessario farlo'.
Una risposta allo pseudo­giornalismo fatto di 'aggregatori' e siti web raccoglitori di notizie d’agenzia, ma anche a fenomeni tipo Wikileaks. Essere in grado di scegliere individuando l’essenza dell’evento è la chiave più adatta per spiegare alle persone il senso e il significato delle cose. Per farlo occorre intelligenza, buon senso e responsabilità oltre che etica e rispetto delle buone e vecchie regole del giornalismo.