UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Media, anche la UE “vigilerà”

Una legge comunitaria contro il monopolio dei mezzi di comunicazione. È la richiesta emersa da un di­battito che si è svolto ieri al Par­lamento europeo sulla libertà d’informazione in Italia.
9 Ottobre 2009

Una legge comunitaria contro il monopolio dei mezzi di comunicazione. È la richiesta emersa da un di­battito che si è svolto ieri al Par­lamento europeo sulla libertà d’informazione in Italia. «L’U­nione europea ha la responsa­bilità di garantire le libertà fon­damentali su cui si fonda», han­no dichiarato gli eurodeputati dell’Italia dei valori a margine della discussione. «Per questo chiederemo alla Commissione europea che proponga con ur­genza l’introduzione, all’interno del prossimo programma legi­slativo, di una direttiva sul plu­ralismo dei media». Il dibattito è stato chiesto dal gruppo dei li­beral- democratici, di cui fanno parte i deputati europei del par­tito di Antonio Di Pietro. Ma in parte è stato accolto con favore anche da Mario Mauro, capo della delegazione italiana all’in­terno dei popolari europei, il partito che l’altro ieri aveva ten­tato di togliere la discussione dall’ordine del giorno. «Voglio sottolineare che se c’è una di­scussione alla quale, non solo non ci sottrarremo, ma alla qua­le vorremmo partecipare con ge­nerosità, è una discussione sul­la concentrazione dei media in Europa, per poter parlare anche del ruolo di Murdock, ad esem­pio », ha dichiarato Mauro, ri­spondendo ad una domanda del socialista tedesco Martin Schulz sulla situazione dell’Italia, in cui «la più grande impresa mediati­ca » è nelle mani del premier Sil­vio Berlusconi. «E soprattutto, ovviamente, perché questa di­scussione non venga utilizzata ad arte per colpire un singolo Paese», ha aggiunto l’eurodepu­tato del Popolo delle Libertà. An­che Viviane Reding, commissa­ria europea per la Società del­l’informazione e i media, ha no­tato che «la libertà dell’informa­zione è un problema che va te­nuto d’occhio in tutti gli Stati membri».

(Fonte: Avvenire del 9 ottobre 2009, pag. 8)