Quali sfide e quali opportunità per la comunicazione cattolica nell’era digitale? A questi interrogativi hanno cercato di dare risposta esperti e professionisti del mondo dei media cattolici durante il terzo congresso internazionale Ucam (Università Cattolica S. Antonio di Murcia) - Ucipe (unión católica de informadores y periodistas de Espana) 2011 sulla «Comunicación de la Iglesia: reto y oportunidad » (La comunicazione della Chiesa: sfida ed opportunità) conclusosi sabato 14 maggio a Murcia, in Spagna. La due giorni, la cui conferenza di chiusura è stata affidata all’irlandese monsignor Paul Tighe, segretario del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni sociali, è stata organizzata dalla facoltà di Scienze sociali e della comunicazione dell’università Cattolica San Antonio di Murcia, in collaborazione con la Unión católica de informadores y periodistas católicos (Unione cattolica di informatori e giornalisti spagnoli).
La comunicazione gioca da sempre un ruolo fondamentale nella missione della Chiesa. L’annuncio della buona notizia, come ha più volte ripetuto il Papa, è il compito principale della Chiesa. Perciò i mezzi di comunicazione cattolici devono dar voce alla Chiesa ed essere strumento di evangelizzazione. In questo sta la ragion d’essere di giornali come L’Osservatore Romano, ha sottolineato il direttore Giovanni Maria Vian. Juan Manuel Mora, vicedirettore dell’università di Navarra e professore dell’Università pontificia della Santa Croce, ha argomentato che una comunicazione efficace della fede deve essere positiva, rilevante, chiara, credibile, empatica, cortese, professionale, trasversale, graduale ma innanzitutto impregnata di carità. Una carità rivolta soprattutto verso l’uomo, una prospettiva originale che i media cattolici hanno la responsabilità di trasmettere all’opinione pubblica. Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, lo ha confermato portando ad esempio la beatificazione di Giovanni Paolo II, scelta dal quotidiano italiano come titolo principale anche il giorno dell’uccisione di Benladen, quando il milione e mezzo di pellegrini in festa per le strade di Roma non faceva più notizia per nessuno. O lo spazio dato ai profughi eritrei prima incarcerati prima in Libia e poi sequestrati nel Sinai, dimenticati dai grandi media e dalle organizzazioni umanitarie.
È importante anche riuscire a mantenere l’autorevolezza e la libertà necessarie, ha sottolineato Tarquinio nel corso della tavola rotonda cui hanno partecipato James Roberts del Tablet e Darío Chimeno, direttore della rivista Mundo Cristiano, per poter denunciare gli eccessi laicisti di organismi internazionali come Amnesty international, che di recente ha inserito tra le violazioni dei diritti umani alcuni principi sanciti dalla nuova Costituzione ungherese, in particolare la protezione della vita del feto sin dal concepimento e la promozione della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna. In queste battaglie è essenziale anche l’appoggio di un editore «tra i più presenti e meno invadenti», come la Cei.
Durante il congresso è stato anche letto il messaggio di solidarietà di Benedetto XVI agli sfollati della vicina Lorca, la città colpita mercoledì scorso da un forte terremoto (nove le vittime). Dal canto suo l’università ha deciso di inviare un’équipe di architetti, che collaboreranno alla valutazione dei danni agli edifici.