UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Media cattolici: libertà e sinergie

Nel decennale del Direttorio i responsabili dei media promossi dalla Cei e il presidente della federazione settimanali cattolici hanno concordato sulla necessità di una comunicazione polifonica e sulla capacità di fare rete. Per una comunicazione senza complessi di inferiorità.
13 Dicembre 2014

L’immagine è quella della polifonia. O se si vuole dell’orchestra. Voci e strumenti che non rinnegano certo la loro identità e fanno udire ognuno il proprio suono, ma in accordo con gli altri. Così deve essere anche tra i media cattolici, nella nuova stagione delle sinergie che ci si appresta a vivere. «Fare rete per fare comunione », ha detto il direttore del Sir, Domenico Delle Foglie. «Non pensarsi come una televisione a circuito chiuso, ma come una finestra aperta sul mondo», ha aggiunto di direttore di rete di Tv2000, Paolo Ruffini. «Dire parole di speranza all’uomo disperato di oggi», ha sottolineato il presidente della Fisc, la Federazione dei Settimanali cattolici, Francesco Zanotti. E Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, ha fatto notare: «I nostri media sono un giacimento di energie, un grande tesoro per il Paese. Non dobbiamo avere dunque complessi di inferiorità, perché possediamo le parole per dialogare proficuamente anche con chi non è credente ». I tre direttori dei media promossi dalla Cei e il presidente della Fisc hanno preso parte ieri a una tavola rotonda sul tema 'La comunicazione della Chiesa nell’era della convergenza mediale', organizzata nell’ambito del Convegno sul decennale del Direttorio delle Comunicazioni sociali e moderata da don Ivan Maffeis, vice direttore dell’Ufficio nazionale e presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo.
La sinergia polifonica, hanno concordato i quattro relatori, oltre che una conseguenza necessaria della comunione ecclesiale, è anche un’esigenza richiesta dalla particolare situazione odierna. Soprattutto in presenza di quelle che Tarquinio ha chiamato le «cupole informative che condizionano pesantemente la fruizione delle notizie e che amputano la realtà».
Per questo, ha aggiunto il direttore di Avvenire, in un’epoca di «informazione selfie» che spesso si riduce a «mero elenco di notizie », la «grande sfida» è costruire giornali e media alternativi, cioè «che prescindano il più possibile da certe fonti avvelenate dell’informazione ». I rapidi cambiamenti sono un altro elemento da tenere presente. «Nel mondo della comunicazione – ha fatto notare Delle Foglie – è cambiato tutto. Quindi o accettiamo la sfida e cambiamo anche noi, o le cose ci sfuggiranno di mano». Il Sir, ad esempio, ha introdotto la 'diretta Twitter' dell’udienza generale del Papa, che viene ora seguita con diverse modalità: tweet, lanci di agenzia e video di sintesi di un minuto. Anche Avvenire, ha aggiunto Tarquinio, non è più solo un giornale di carta, ma è presente sul web e nei social network. Allo stesso modo, Tv2000, come ha rilevato Ruffini, nel suo proporsi come «finestra che guarda e che racconta il mondo», intende essere sempre di più uno strumento «interessante per tutti, per chi crede e per chi non crede e anche per chi crede diversamente».
Il cambiamento e la necessità della rete, ha poi ricordato Zanotti, riguardano anche «i giornali diocesani », la cui vocazione specifica è quella di «raccontare storie che restano confinate nei territori, magari in quelle che Papa Francesco chiama periferie geografiche ed esistenziali ». «Le nostre testate – ha sottolineato il presidente della Fisc – in tal modo si fanno compagne di viaggio delle persone e ne ascoltano le vicende gioiose o dolorose, con i piedi ben piantati per terra, ma con lo sguardo rivolto all’infinito». Anche questo è un modo di fare orchestra. Suonando con strumenti diversi la stessa musica.
Mimmo Muolo