UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Media e catechesi, riflessione on line

Don Giacomo Ruggeri, esperto di catechesi e media, mercoledì 30 maggio, alle ore 21, interverrà alla quinta e ultima diretta web del laboratorio online “animatori cultura e comunicazione” del Copercom sul tema “Media e minori: cosa cambia nell’educare alla fede?”
 
28 Maggio 2012
“Media e minori sono due tematiche importanti che vanno colte come un’opportunità. Infatti i bambini e gli adolescenti non sono solo degli utilizzatori, ma già oggi e ancor più in futuro, vivranno da abitanti il mondo dei media che, lo ricordiamo, è un autentico luogo”. Lo ha dichiarato al Copercom don Giacomo Ruggeri, esperto di catechesi e media, che mercoledì 30 maggio, alle ore 21, interverrà alla quinta e ultima diretta web del laboratorio online “animatori cultura e comunicazione” del Copercom sul tema “Media e minori: cosa cambia nell’educare alla fede?” (www.copercom.it). Verrà, tra l’altro, citata una ricerca Weca (Webmaster cattolici italiani), tuttora in corso, su “I consacrati nei social network: presenza e usi”.
“L’altro aspetto importante è cosa integrare tra media e minori – precisa don Ruggeri –. La prima cosa da dire è che a cambiare non sono solo i media ma cambiano anche i minori. Vuol dire che nei ragazzi cambia il modo di pensare, di relazionarsi, di pensare anche Dio stesso e la fede. Dobbiamo prendere coscienza che non possiamo più annunciare il Vangelo e fare catechesi come si faceva una volta. Bisogna dotarsi di codici linguistici, relazionali e visivi, anche perché i ragazzi sono abituati più a vedere e a toccare - pensiamo al tablet, al touch screen e allo stesso cellulare - rispetto alla memoria. La catechesi di una volta andava molto per memoria e per trasmissione orale. Oggi, invece, bisogna utilizzare anche i codici dei nuovi media. Questa è sicuramente una sfida non solo per la Chiesa italiana. Penso anche alle tante parrocchie che ancora non sono attrezzate per questo e soprattutto ai catechisti posti dinanzi a questa sfida culturale e comunicativa.
Ecco, allora, il secondo punto. Bisogna attrezzare e formare nuovi catechisti, nuove figure di catechisti che sappiano non solo utilizzare questi nuovi media, ma valorizzarli per l’annuncio del Vangelo. Allora viene una domanda spontanea: bisogna cambiare tutta la stazza dei catechisti di una parrocchia? Credo di no. Secondo me bisogna iniziare a fare dei corsi sui media ai catechisti in ogni parrocchia”.