UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Mentre si gira… chiedilo a loro!

L’8 xmille non era mai stato rac­contato così. In anticipo sul­la campagna tv, che come o­gni anno vedremo a metà aprile, per la prima volta è disponibile su Internet u­na fotocronaca in tempo reale, con­creta e documentata - con possibilità di commenti e domande - dai luoghi delle opere realizzate gra­zie alle firme.
21 Febbraio 2013
L’8 xmille non era mai stato rac­contato così. In anticipo sul­la campagna tv, che come o­gni anno vedremo a metà aprile, per la prima volta è disponibile su Internet u­na fotocronaca in tempo reale, con­creta e documentata - con didascalie e possibilità di commenti e domande - dai luoghi delle opere realizzate gra­zie alle firme. I primi post vengono dal­l’Etiopia. È lì che si trova Matteo Cala­bresi, responsabile del Servizio pro­mozione Cei per il sostegno economi­co alla Chiesa e autore del progetto, con una troupe per girare gli spot 2013. Il suo photoreportage è diffuso su Fa­cebook, in modalità accessibile anche ai non iscritti al social network. Resterà interattivo fino a domenica 24 feb­braio, quando si concluderanno le ri­prese. Per vederlo basta avviare dalla homepage di Google la ricerca «chie­dilo a loro facebook» o digitare diret­tamente sull’indirizzo www.face­book.com/pages/Chiedilo-a­loro/198659200245861.

 
Il «foto-diario» va all’essenza dei pro­getti Cei: i post quotidiani arrivano dai centri per l’accesso al microcredito di Merawi (destinatari di 450mila euro) e dal grande ospedale di Wolisso, a 140 chilometri dalla capitale Addis Abeba (5 milioni di euro), avamposto sanita­rio regionale gestito dal Cuamm, con formazione per medici e infermieri, ol­tre che reparti ostetricia e pediatria, fondamentali in un Paese dove solo il 10% delle donne partorisce in struttu­re sanitarie, con rischi di morte e com­plicanze. Prossime tappe previste, con altri scatti: gli asili per l’infanzia dise­redata e i bambini dei campi profughi della guerra con l’Eritrea (65mila euro).
Tutte opere create o sostenute dalla Chiesa italiana, grazie ai fondi 8xmille «carità all’estero». Dunque uno sguardo diretto su­gli interventi e il loro funziona­mento, sui destinatari dei fon­di e gli effetti sul territorio. Ma nei post emerge anche l’intera Etiopia, con la lentezza dei rit­mi di vita nelle province, le stra­de sterrate, la fortuna di chi può almeno percorrerle a dorso d’a­sino, la diffusione del lavoro manuale nelle campagne. E ancora, villaggi im­mersi in una dimensione arcaica ma alle prese con emergenze drammati­che. In controluce, restituiscono la mi­sura della capillarità dell’azione cari­tativa della Chiesa italiana, in grado di raggiungere le realtà più bisognose e meno accessibili. Negli scatti si intui­sce la scelta delle missionarie della Consolata, come suor Maria Bandiera, di medici come Anna Berti, in servizio a Wolisso, o delle destinatarie del pro­getto microcredito CVM, ex domesti­che ed ex «spose-bambine» strappate ad anni di abusi. E si indovina l’acco­glienza riservata agli ospiti stranieri nelle capanne precarie, ricoperte a ter­ra d’erba fresca in segno di benvenu­to. Tutti dettagli di un viaggio della so­lidarietà, che danno conto della fatica di invertire destini e riaprire prospet­tive per donne, malati e bambini che abitano quelle realtà.
«Questo progetto dei post è nato sul campo, a partire dalla ricchezza delle immagini e delle storie che raccoglie­vamo. E che per motivi di spazio non riusciremmo a valorizzare in tv e sul nostro sito durante la campagna di co­municazione di primavera – spiega Matteo Calabresi –È a costo zero, e si basa sul mio piccolo impegno di sele­zionare, commentare e postare le foto al rientro la sera o la mattina prima di ripartire». Il valore aggiunto del pro­getto? «È nell’immediatezza delle im­magini, nel loro realismo – aggiunge Calabresi –. Gli oltre 4mila 'like' ('mi piace') e commenti raccolti in poche ore, in gran parte di sostegno e ap­prezzamento per quanto la Chiesa sta facendo, mostrano che il messaggio è arrivato».