UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Milano: aria nuova per gli animatori del cinema

«Il primo cineforum in Italia è nato proprio qui nell’arcidiocesi di Milano, nel 1948, nella parrocchia di San Paolo», racconta don Gianluca Bernardini, sacerdote milanese e cinefilo. «Era animato da don Giuseppe Gaffuri che morì in un incidente. L’allora arcivescovo Montini, futuro papa Paolo VI, nell’omelia funebre disse: 'È morto un prete insostituibile'. Si riferiva al suo impegno culturale»....
26 Marzo 2013
«Il primo cineforum in Italia è nato proprio qui nell’arcidiocesi di Milano, nel 1948, nella parrocchia di San Paolo», racconta don Gianluca Bernardini, sacerdote milanese e cinefilo. «Era animato da don Giuseppe Gaffuri che morì in un incidente. L’allora arcivescovo Montini, futuro papa Paolo VI, nell’omelia funebre disse: 'È morto un prete insostituibile'. Si riferiva al suo impegno culturale». Quello stesso che è nel dna della diocesi di Milano come dimostra il nuovo impulso dato ai cineforum. E il «patentino» che verrà assegnato agli «animatori di cineforum» sarà forse l’aspetto più pratico, ma dal corso di formazione (iniziato sabato scorso) la Curia ambrosiana si aspetta soprattutto che escano persone accreditate – una ventina perché il numero è chiuso – a lavorare nelle parrocchie. «Non più dunque tanti battitori liberi, ma una squadra che sappia come condurre la discussione che si accende dopo la visione di un film», aggiunge don Bernardini che è il coordinatore del corso oltre che collaboratore dell’Ufficio comunicazioni sociali. «Il cinema è una porta. Appena oltrepassata. si finisce in un luogo che provoca il nostro modo di vedere e di sentire. Alla fine della visione ci si ritrova un po’ più stretti sulla poltrona perché abbiamo fatto spazio a una domanda che non era la nostra, o magari lo è stata tempo fa. Il film per noi è un testo, mai un pretesto». Lo scorso anno il perno dei cineforum era il rapporto fra cinema e famiglia; quest’anno in primo piano – nell’Anno della fede – c’è il rapporto uomo-religione. «Prendiamo L’amore inatteso, opera prima della regista francese Anne Giafferri – esemplifica don Gianluca – nelle sale da qualche giorno. La regista attraverso una commedia ha voluto adattare sullo schermo il romanzo del marito Thierry Bizot Catholique anonyme, sul fenomeno dei cosiddetti recommençants, 'ricomincianti', cioè adulti battezzati che ritrovano il cammino di fede in occasione di un evento personale o familiare. La scheda del film è già inserita nel libro dell’Acec in uscita, dal titolo La fede nel cinema di oggi. Inquietudini e speranze in 14 film perché ce ne occuperemo non appena entrerà nel nostro circuito.
Spesso accade che al cineforum partecipino persone lontane dalla Chiesa, incuriosite dal titolo che viene proposto e che poi si fanno coinvolgere nella discussione». Tocca a questo punto all’animatore aiutare gli spettatori nella lettura della pellicola. «Si tratta di un modo di fare evangelizzazione adatto ai nostri giorni», dice ancora il sacerdote. «Indagare sulla fede – scrive Roberto Busti vescovo di Mantova e presidente Acec nell’introduzione al libro – e sui problemi religiosi a partire da testi letterari, da opere pittoriche e dal cinema è un compito che ogni singolo cristiano e la Chiesa sono chiamati a realizzare». Sede dei quattro incontri che si terranno fino a sabato 20 aprile è l’Università Cattolica. E un secondo corso è previsto in autunno (info: www.saledellacomunita.it www.itl-cinema.it). «Credo che il cinema in crisi dovrebbe pensare al cineforum con gratitudine – conclude il sacerdote – perché offre alle pellicole una 'seconda giovinezza'. Ma anche l’aspetto aggregativo non va sottovalutato. L’uscire di casa per ritrovarsi insieme e non semplicemente inserire un dvd nel lettore rappresenta un rito sociale importante. Abbiamo bisogno di nuovi spazi d’incontro e le sale della comunità con i cineforum sono una risposta vincente».
 
di Daniela Pozzoli