UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Milano: il “tempo del quotidiano” funziona

Sei domeniche, come quelle dell’Avvento ambrosiano: l’iniziati­va della diocesi di Milano in­sieme ad Avvenire le ha co­perte tutte con la diffusione ogni domenica in 690 par­rocchie di un gran numero di copie del quotidiano con l’inserto diocesa­no Milano Sette. A iniziativa conclusa, il bi­lancio di don Davide Milani, Direttore del­l’Ufficio diocesano per le comunicazioni so­ciali, 'motore' del progetto, è più che positi­vo.
23 Dicembre 2009
Sei domeniche, come quelle dell’Avvento ambrosiano: l’iniziati­va della diocesi di Milano in­sieme ad Avvenire le ha co­perte tutte con la diffusione ogni domenica in 690 par­rocchie di un gran numero di copie del quotidiano con l’inserto diocesa­no Milano Sette. A iniziativa conclusa, il bi­lancio di don Davide Milani, Direttore del­l’Ufficio diocesano per le comunicazioni so­ciali, 'motore' del progetto, è più che positi­vo. 
 L’iniziativa di Avvento ha replicato quella che debuttò in Quaresima, ma con numeri mol­to più significativi. A cosa si deve? 
 «Anzitutto alla buona riuscita della prima pro­posta. Ci ha aiutato anche l’intuizione di far evolvere la tradizionale 'Giornata del quoti­diano', celebrata la prima domenica di Av­vento, in un 'Tempo del quotidiano'. Alle par­rocchie abbiamo proposto di acquistare un numero consistente di copie, non solo per u­na domenica ma per l’intero Avvento. Ed è stato un successo: poco meno di 30 mila co­pie per ognuna delle sei domeniche. Stiamo diffondendo l’idea che Milano Sette è anche strumento utile per sostenere l’azione dei sa­cerdoti, degli operatori pastorali e dei fedeli più preparati». 
 Che segnali raccoglie nelle comunità rispet­to al radicamento di Avvenire e Milano Sette
 «La quantità di iniziative che le parrocchie ci segnalano è – insieme alla diffusione del gior­nale – il primo indicatore. Così come è moti­vo di soddisfazione constatare come le noti­zie diocesane – per il fatto di essere pubblica­te sul dorso domenicale allegato ad Avvenire – acquistino il sigillo dell’ufficialità: 'Era su 
 Milano Sette', sento dire sempre più spesso da chi vuole sottolineare l’effettivo verificarsi di un appuntamento. A volte, quando una noti­zia è imprecisa, ciò è anche causa di qualche inevitabile inconveniente...». 
 Una pagina diocesana periodica con Avveni­re può aiutare la comunicazione di una dio­cesi con la gente? 
 «Ci sta aiutando molto poter disporre di que­sto strumento che gode dell’autorevolezza di Avvenire e – insieme – del nome della dioce­si. L’esigenza di programmare un settimana­le aiuta a coordinare la comunicazione di u­na realtà complessa quale la diocesi di Mila­no. Per noi la riunione di redazione del lunedì pomeriggio con la quale organizziamo Mila­no Sette diviene il momento in cui program­mare contenuti e scadenze di tutta la comu­nicazione diocesana, che si concretizza an­che attraverso il sito www.chiesadimilano.it, Radio Marconi, il bisettimanale televisivo La Chiesa nella Città in onda su Telenova, il men­sile Il Segno. Decisivo è anche mostrare a tut­ta la diocesi l’esemplarità delle parrocchie, delle associazioni, dei movimenti. Ci diamo il compito di raccontare la vivacità della Chie­sa locale, le iniziative e le riflessioni sulle que­stioni che riguardano la vita ecclesiale, i fe­nomeni sociopolitici che interessano il terri­torio...». 
 Come va costruito il rapporto con le parroc­chie, perché la stampa cattolica venga com­presa come strumento utile per tutta la pa­storale? 
 «È fondamentale il ruolo dei sacerdoti per diffondere quella che a Milano viene definita 'Buona Stampa'. Ma l’esperienza ci dice che il canale vincente è il coinvolgimento attivo dei laici: tanti di loro nella nostra diocesi fanno i volontari della 'Buona Stampa' e, oggi, i Por­taparola. Ancor più importante è il valore del­la stessa stampa cattolica: deve saper fare cul­tura. Sempre e rigorosamente con linguaggio giornalistico, ma a misura della vita quotidia­na della gente, delle loro gioie, delle fatiche, delle speranze. Per mostrare il grande dono rappresentato dalla comunità cristiana e sug­gerire le vie per incontrarne il centro: Gesù Cristo, il Salvatore, che nel mistero del Nata­le diviene Buona Notizia per l’umanità».

ALLEGATI