UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Milano: nel Web pellegrini di Parola

Il convegno "Testimoni digitali" e il nuovo libro scritto dal gior­nalista Vincenzo Grienti, "Chie­sa e Internet. Messaggio evan­gelico e cultura digitale", sono stati i temi di una serata svol­tasi nel Collegio universitario Paolo VI di Milano.
12 Maggio 2010
Le straordinarie trasforma­zioni della comunicazio­ne non modificano solo l’habitat mediatico ma l’intera cultura, il complesso mondo delle relazioni interpersonali, i modi di pensare e di agire. In questo nuovo continente digi­tale la riconoscibilità di testi­moni cristiani capaci di offrire un’impronta umanistica e di declinare la questione antro­pologica appare insostituibile. È anche attorno a questi temi che, dopo il convegno nazio­nale «Testimoni digitali» di a­prile, è utile fare riflessioni. So­prattutto quando la platea è co­stituita da ragazzi. Il convegno e il nuovo libro scritto dal gior­nalista Vincenzo Grienti, Chie­sa e Internet. Messaggio evan­gelico e cultura digitale, sono stati i temi di una serata svol­tasi nel Collegio universitario Paolo VI di Milano. Un appun­tamento servito a incontrare i giovani, a presentare l’impor­tanza del messaggio evangeli­co a contatto con il Web 2.0, ov­vero l’evoluzione di Internet che, da spazio di consultazio­ne e conversazione, diviene luogo di interazione grazie so­prattutto ai social network.
Come ha spiegato don Ivan Maffeis, vice direttore dell’Uf­ficio comunicazioni sociali del­la Cei, «la Chiesa non vuole is­sare la sua bandiera confessio­nale nel continente digitale ma proseguire a coltivare la sua na­tura di pellegrina nella storia, anche nel Web. Con un solo scopo: incontrare l’uomo». Don Maffeis ha quindi ricor­dato la prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali che ricorre domenica 16.
All’appuntamento milanese, oltre all’autore del volume, so­no intervenuti anche monsi­gnor Sergio Lanza, assistente ecclesiastico generale dell’U­niversità Cattolica, e Chiara Giaccardi, docente di sociolo­gia e antropologia dei media nello stesso ateneo. Lanza ha invitato i giovani a fare atten­zione ai rischi di questo nuovo processo globale. La tecnolo­gia, ha specificato, accentua cambiamenti non sempre po­sitivi, e uno dei rischi maggio­ri resta la spersonalizzazione.
Vincenzo Grienti, che lavora al­l’Ufficio comunicazioni socia­li della Cei ed è anche firma di Avvenire, ha parlato della sua recente fatica editoriale che ri­costruisce gli ultimi dieci anni del rapporto tra Chiesa e Inter­net anche attraverso i docu­menti del magistero, i grandi convegni, i messaggi per le Giornate mondiali delle co­municazioni. Una parte del vo­lume è dedicata alle indagini e ai sondaggi che investono l’e­sperienza ecclesiale in Inter­net. L’autore dà spazio alle teo­rie di esperti e studiosi sul fe­nomeno Internet, fino ad arri­vare alle conclusioni, definen­do quella «logica del cristiane­simo che è incarnarsi nella cul­tura del tempo per elaborare un discernimento sereno sen­za farsi trasformare dalla Rete». Bisogni, domande, urgenze dei giovani di oggi alle prese con il digitale hanno trovato spazio nelle parole di Chiara Giaccar­di, che ha riproposto la ricerca condotta in Cattolica sul tema e presentata al convegno «Te­stimoni digitali». Troppa auto­referenzialità tra i ragazzi nei social network, ha ammonito l’esperta, «un ambiente in cui esiste quasi sempre la sola di­mensione orizzontale, senza modelli, senza ciò che ci può interpellare, scuotere e per­metterci il vero incontro con l’altro». Ma la Rete, secondo la docente, «è un territorio favo­revole all’ascolto della parola: perché è fatto di parole; e la pa­rola è un bisogno. Una parola di vita e di speranza può far lie­vitare l’ambiente, trasformar­lo dall’interno, in vista di un in­contro nella concretezza del­l’esistenza ».
di Vito Salinaro